Dopo Ungheria e Slovenia, anche la Polonia approfitta dei primissimi giorni dell’anno per rifinanziarsi sul mercato dei capitali internazionale. Ieri, il governo ha dato mandato a un consorzio bancario costituito da Bnp Paribas, Citi, Commerzbank e Ing di emettere un bond in euro in doppia tranche “nel prossimo futuro e in base alle condizioni di mercato”. L’espressione è tipicamente utilizzata anche in Italia per riferirsi a nuove emissioni entro le successive ventiquattro ore. Il paese ha inteso così avvantaggiarsi del buon momento per i mercati emergenti, sui quali stanno dirigendosi i capitali mondiali dopo il crollo dei rendimenti sui mercati avanzati negli ultimi mesi.

Possibili rendimenti attesi

Il bond in euro risultava ieri di importo indefinito, ma probabilmente superiore ai 500 milioni per ciascuna delle due tranche. Queste riguardano una nuova scadenza a 10 anni e un’altra a 20 anni. Stando alle primissime indiscrezioni, la Polonia intendeva offrire un premio di 140 punti base per la prima e di 180 punti per la seconda sui tassi “midswap” di pari durata. Nel corso dell’emissione, però, il premio era stato già rivisto al ribasso rispettivamente a +120 e +165 punti.

In base ai tassi “midswap”, la tranche decennale dovrebbe essere stata collocata sul mercato ad un rendimento inferiore al 3,70% e quella ventennale intorno al 4,15%. Quella di ieri non è stata soltanto la prima emissione internazionale della Polonia di quest’anno, bensì anche la prima sotto il nuovo governo del premier Donald Tusk. L’esponente del centro-destra era stato già premier tra il 2007 e il 2014 e successivamente presidente del Consiglio europeo fino al 2019.

Spread giù con vittoria di Tusk

Tusk ha vinto, un po’ a sorpresa, le elezioni in Polonia dell’ottobre scorso, sconfiggendo di misura la destra euro-scettica al governo sin dal 2015. La sua è considerata una svolta rassicurante per l’Unione Europea, da anni in rotta di collisione con Varsavia sullo stato di diritto.

E pare che anche il mercato obbligazionario abbia apprezzato questo riavvicinamento con Bruxelles. Lo segnalano i bond in euro della Polonia già in circolazione sul mercato. Pur beneficiando di un apprezzamento generale, i loro spread si sono ristretti come vedremo.

Il bond della Polonia in euro con scadenza 14 febbraio 2033 e cedola 3,875% (ISIN: XS2586944659), l’attuale benchmark decennale, offriva ieri un rendimento lordo del 3,30%. La sua quotazione si è apprezzata dell’8% dalle elezioni, cioè in meno di tre mesi. Il suo spread sul “midswap” risulta essersi ristretto di una ventina di punti, cioè all’incirca dello 0,20%. Per quanto riguarda la scadenza in euro del 14 febbraio 2043 e cedola 4,25% (ISIN: XS2586944147), attuale “benchmark” ventennale, offriva sempre ieri il 3,92% e dalle elezioni si è apprezzato quasi del 13%. In questo caso, lo spread si è ridotto di una trentina di punti o dello 0,30%.

Bond Polonia con rating medio-alti

Ma quant’è affidabile la Polonia sul piano creditizio? Il suo debito pubblico giace sotto il 50% del PIL. A metà dello scorso anno, il debito estero a breve termine ammontava a 71,3 miliardi di dollari, il 38% delle riserve valutarie stando agli ultimi dati disponibili. E sia la bilancia commerciale che dei pagamenti sono tornate in attivo. In teoria, quindi, ci sarebbero sufficienti fondi in valuta per onorare i debiti con i creditori stranieri. In effetti, le agenzie di rating assegnano giudizi medio-alti a Varsavia: A- per S&P, A2 per Moody’s. Meglio dell’Italia.

Le tensioni con Bruxelles erano fino a qualche mese fa la fonte di preoccupazione principale per gli investitori, anche perché l’economia polacca ha potuto brillare sin dal suo ingresso nell’Unione Europea anche grazie ai fondi di coesione da questa erogati. Timori che si sono grosso modo allentati, pur non del tutto. Non dimentichiamo che il capo dello stato è sempre un esponente euro-scettico e la solidità del governo appena nato è tutta da verificare.

Esso a dicembre ha fatto presente che le emissioni in valute straniere potranno essere superiori quest’anno per le maggiori esigenze di finanziamento.

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