I mercati finanziari hanno corso molto negli ultimi anni e i rendimenti dei bond investment grade sono talmente bassi che ci si domanda se è ancora opportuno investire in borsa. Il trend di crescita dei mercati seguito alla profonda crisi scatenatasi nel 2008 non appare ancora ben supportato dai fondamentali economici, ma l’eccesso di liquidità e i bassi tassi d’interesse inducono a farlo ancora. Per quanto ancora? A questa e ad altre domande rispondono gli esperti di Capital Group.

 

Europa – L’economia europea è in difficoltà da anni, perché investire ancora?

 

La ripresa economica europea è stata ostinatamente lenta, ma alcuni segnali indicano che l’ Europa sta finalmente tornando a crescere dopo quasi un decennio di alti e bassi.

Di fatti, l’Unione Europea ha recentemente rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita economica per il 2017, affermando che la ripresa del blocco è in rafforzamento. Secondo le previsioni, il prodotto interno lordo dei 19 paesi dell’Unione monetaria europea crescerà dell’1,7% nel 2017 – un dato modesto, ma comunque in miglioramento.

 

L’Europa continua comunque a dover affrontare altri rischi, come l’ alto tasso di disoccupazione in alcuni paesi e la persistente incertezza riguardo alla decisione del Regno Unito di uscire dall’UE. Questi fattori hanno, tuttavia, anche abbassato le quotazioni azionarie di alcune società, rendendo le valutazioni di alcune di esse in Europa relativamente attraenti. L’economia e le imprese, infatti, beneficeranno molto probabilmente di fattori quali la debolezza del dollaro USA, le continue misure di stimolo della banca centrale e i tassi d’interesse ultra bassi. Tutto questo potrebbe creare un contesto favorevole per la crescita economica e avvantaggiare gli investitori – osserva Martyn Hole, Investment Specialist di Capital Group -.

Mercati Emergenti – Dopo il rally, ci sono ancora margini di crescita?

 

In un contesto di miglioramento della crescita mondiale e di volumi di esportazioni potenzialmente più elevati, il rally potrebbe ancora avere un margine di crescita.

Brasile e Russia, stanno registrando un’espansione dopo due anni di contrazione, mentre la Cina rimane una componente critica per quanto riguarda le prospettive di crescita. Le misure di stimolo del governo sembrano aver stabilizzato la crescita cinese ed è molto probabile che i policymaker faranno il possibile per raggiungere gli obiettivi ufficiali di crescita prima dell’insediamento del nuovo governo, previsto ad ottobre.

 

Anche se può sembrare che i mercati emergenti siano ostaggio di forze sulle quali non hanno alcun controllo, molti hanno compiuto passi verso una maggiore autosufficienza. In effetti – dice Hole – i progressi di alcuni dei paesi in via di sviluppo sono il risultato di una migliorata solidità dei fondamentali, compresa un’industria manifatturiera e una produzione industriale più forti e una crescita più consistente degli utili. Inoltre, i sistemi politici e finanziari di molti paesi in via di sviluppo hanno raggiunto la propria maturità negli ultimi vent’anni.

 

Nonostante la recente impennata dei mercati emergenti, le valutazioni rimangono, però, relativamente interessanti rispetto ad alcuni mercati sviluppati. Alcune società, tra cui i produttori a basso costo del settore minerario, le banche indiane e le innovative società tecnologiche asiatiche, offrono ancora delle opportunità di investimento in questa fase di evoluzione dei mercati emergenti.

Azionario USA – I mercati sembrano cari, a questi livelli sono ancora sostenibili?

 

Le valutazioni in alcune aree di mercato sono eccessive, ma è proprio per questo che la ricerca e un approccio selettivo sono fondamentali per investire nelle società e ottenere un potenziale premio per gli investitori. Tuttavia – prosegue Hole – le condizioni economiche sottostanti negli USA stanno creando un contesto sempre più favorevole per gli investimenti azionari. Valutazioni più elevate possono essere legate a diversi fattori, tra cui i vantaggi a livello economico.

L’economia statunitense ha dimostrato la sua resilienza, ma gli investitori dovrebbero tenere conto del fatto che ci troviamo in un periodo volatile e, a volte, preoccupante. Anche se le questioni macroeconomiche e geopolitiche potrebbero creare un contesto di investimento difficile, il mercato statunitense continua ad offrire opportunità di investimento a valutazioni relativamente interessanti in società che riteniamo dispongano del potenziale di crescita nel lungo termine.

 

Tassi di interesse – Col nuovo corso delle Banche centrali, ora sono in aumento. Le obbligazioni si confermano una asset class interessante?

 

Non abbandonate le obbligazioni. Se è vero, da un lato, che l’aumento dei tassi d’interesse potrebbe effettivamente influire sui prezzi di alcune obbligazioni nel breve termine, è anche vero che le obbligazioni continueranno sicuramente a giocare un ruolo importante in un portafoglio diversificato. Le obbligazioni – precisa Hole  -possono, infatti, mitigare la volatilità, conservare il capitale e fornire all’investitore un reddito corrente o comunque una somma relativamente certa in un dato momento futuro.  Inoltre, sebbene la Fed abbia avviato, come previsto, una serie di aumenti graduali dei tassi d’interesse, la nuova direzione sembrerebbe evidenziare la fiducia nella ripresa del mercato del lavoro statunitense, nelle aspettative inflazionistiche nazionali e nella graduale ripresa economica al di fuori degli Stati Uniti. Bisogna inoltre ricordare che, nel lungo termine, tassi elevati potrebbero risultare vantaggiosi per gli investitori obbligazionari. Quando le obbligazioni vengono vendute o raggiungono la scadenza, i proventi possono essere reinvestiti in obbligazioni con una cedola più elevata, il che può controbilanciare l’impatto dei cali dei prezzi.

 

Geopolitica – Gli eventi possono scuotere i mercati, come rimanere in pista con la volatilità?

 

Non pensate troppo alla politica. Ogni epoca ha le sue difficoltà, ci possono essere avversità, sfide, momenti di panico e crisi. Questo periodo non è diverso dagli altri, conclude Hole: sembra, infatti, esserci sempre una grande preoccupazione quando si tratta dell’economia globale e dei mercati mondiali, che si tratti di elezioni sensibili in Europa o negli Stati Uniti, di timori sul prezzo del petrolio o della solidità del dollaro.

 

Gli investitori hanno attraversato un periodo intenso di sconvolgimenti politici e, considerando il livello elevato di incertezza, è comprensibile che alcuni reagiscano focalizzandosi maggiormente sul breve termine. Non fatelo! Nel lungo termine, aumentare l’orizzonte temporale vuol dire avere maggiori possibilità di soddisfare gli interessi degli investitori, e questo è proprio uno dei modi per rimanere in pista anche quando si incontrano turbolenze impreviste. Un altro metodo valido è quello di ricordare che l’antica logica della diversificazione è ancora valida: siate ponderati e cauti, ma attenetevi anche a una asset allocation diversificata.