Una maxi-stangata oltre le già fosche previsioni a carico dei contribuenti nel Regno Unito. Ieri, il governo ha presentato il nuovo bilancio UK con l’aumento di tasse per 30 miliardi di sterline (34 miliardi di euro) in cinque anni. Una manovra finanziaria figlia della necessaria austerità fiscale per cercare di risanare i conti pubblici e contenere le emissioni di nuovo debito. Ciò non impedirà a quest’ultimo di salire a poltre 3.000 miliardi l’anno prossimo e a 3.500 miliardi entro la fine del decennio dai 1.600 miliardi prima della pandemia. Al 2030/2031 la pressione fiscale salirebbe al massimo storico del 38,3%.
Nuovo bilancio UK colpisce tutti i redditi
Sono i dati salienti del nuovo bilancio UK, che non sembra risparmiare alcuna categoria di contribuenti.
La “ciccia” delle maggiori entrate arriverà dall’imposta sui redditi. Le aliquote resteranno ferme, ma gli scaglioni non verranno adeguati all’inflazione anche dopo il 2028. Nelle casse dello stato entreranno così 8,3 miliardi in più per effetto del cosiddetto “fiscal drag“. Infranta la promessa elettorale dei laburisti di non toccare le tasche di lavoratori e pensionati.
Sfilza di tasse per tutti
Batosta anche per i proprietari di immobili di alto valore. Sopra 2 milioni di sterline pagheranno da un minimo di 2.500 a un massimo di 7.500 sterline. Maggiorate anche le aliquote sui redditi generati dagli immobili. Lo stesso dicasi per investitori e risparmiatori. Come anticipato, il nuovo bilancio UK mette nel mirino anche le auto elettriche. Pagheranno 3 pence per miglio percorso, al fine di generare maggiori entrate fino a 1,9 miliardi. Accise sul carburante invariate fino al marzo 2026, ma dopo saliranno in base all’inflazione.
E l’esenzione delle prime 2.000 sterline per i contributi previdenziali sarà eliminata. Lavoratori e datori dovranno versarci sopra rispettivamente l’8% e il 15%. Tagliate anche le detrazioni ammesse sugli investimenti delle imprese. La lista della maxi-stangata sarebbe ancora lunga, ma il succo è questo: ci saranno molte più tasse a Londra. E la reazione dei mercati ieri non si è fatta attendere: rendimenti in calo lungo la curva delle scadenze, con il Gilt a 10 anni a ripiegare verso il 4,45%. In rialzo la sterlina contro il dollaro sopra 1,32. L’indice FTSE 100 è passato, invece, da un calo a un rialzo frazionale.
Reazione dei mercati spiegata
Come si spiegano questi movimenti? Gli investitori premiano ogni misura che favorisca la riduzione del debito. Le tasse non piaceranno ai contribuenti, mentre ridurranno le emissioni nette di Gilt. E questo è positivo dal punto di vista dei prezzi, da cui il calo dei rendimenti. Quanto alla sterlina, la salita di ieri s’interpreta come accoglienza positiva del nuovo bilancio UK tra chi investe. Tuttavia, se dovessimo posizionarci sul mercato britannico in un’ottica di medio periodo, la situazione potrebbe evolversi diversamente.
La stangata fiscale appena annunciata avrà almeno due conseguenze dirette: ridurrà la crescita economica, checché ne dirà il governo di Keir Starmer, mentre accrescerà il già elevato malcontento politico. In entrambi i casi, la sterlina andrebbe giù.
Un Pil che cresce più lentamente e magari ristagna, aumenta le probabilità di ulteriori tagli ai tassi di interesse. E ciò a maggiore ragione se l’inflazione rallentasse anch’essa per i minori consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. L’instabilità politica stessa accentuerebbe questa tendenza, mettendo in fuga i capitali. La Borsa di Londra in un siffatto scenario non vivrebbe tempi facili.
Con nuovo bilancio UK inizia fase 2
Quanto ai Gilt, fintantoché il rallentamento di Pil e inflazione non sfoci in aperta crisi di governo, i loro rendimenti potrebbero convergere con quelli dei principali mercati avanzati. Al momento, sono i più alti tra le economie del G7. Tensioni interne al Labour o persino una sfida al primo ministro da parte di rivali interni, paventata nelle settimane scorse, avrebbero effetti verosimilmente opposti. Lasciando intravedere un nuovo corso politico per recuperare il consenso perduto, a farne le spese sarebbero i conti pubblici con l’annacquamento delle misure di austerità. Resta il fatto che con il nuovo bilancio UK si sia aperta la fase 2 della legislatura iniziata appena 16 mesi fa.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
