Il DSA dell’Unione Europea non vuole sentire ragioni, WhatsApp, in quanto leader del suo settore, deve offrire un servizio di multipiattaforma, ossia aprirsi alle altre app e permettere agli utenti di comunicare tra loro. La sorpresa però è che a quanto pare ora sono proprio le altre app a sostenere che i sistemi di sicurezza del gruppo Meta non sono sufficienti. Per molti si tratta di un’operazione di ostruzionismo mirata proprio a mettere il grande rivale in difficoltà.

Servizio multipiattaforma a rischio

In qualità di leader del settore di messaggistica istantanea, WhatsApp deve aprirsi alle altre app di questo settore.

L’Unione Europea ha infatti stabilito che WhatsApp dal 6 marzo dovrà essere interoperabile, ossia offrire un servizio di multipiattaforma che permetta agli utenti di altri app di comunicare con quelli di WhatsApp e viceversa. Tutto bello e interessante, ma sin da subito gli sviluppatori dell’app hanno fatto sapere che era importante trovare un sistema di sicurezza della privacy condiviso che permettesse appunto questo tipo di interscambio tra piattaforme. A quanto pare, ora però arriva il risvolto della medaglia: sono infatti le altre app a non fidarsi dei sistemi di sicurezza di WhatsApp.

A gettare benzina sul fuoco ci hanno pensato Signal e Threema, le due app che hanno appunto rifiutato la collaborazione con WhatsApp. A loro dire, infatti, l’app di messaggistica del gruppo Meta non è sicura a sufficienza. A detta di molti, Signal è infatti l’app che vanta il sistema di crittografia più forte e robusto di tutte. Anche Threema però non scherza a riguardo. L’app svizzera in questione è infatti usata anche dall’esercito elvetico, proprio grazie alla sua sicurezza e offre un servizio particolarmente sicuro grazie anche agli introiti che ricava dall’acquisto dei suoi clienti. L’app in questione è infatti a pagamento, costa 4,99 euro una tantum, ossia una sola volta, al momento del download.

WhatsApp non è sicura?

Per le due app succitate WhatsApp non è sicura e hanno spiegato le loro perplessità al settimanale tedesco Heise. Ecco quanto dichiarato dal presidente di Signal, Meredith Whittaker:

“I nostri standard di privacy sono molto alti e non solo non li abbasseremo, ma continueremo ad alzarli. Al momento, collaborare con Facebook Messenger, iMessage, WhatsApp o persino Matrix comporterebbe un peggioramento dei nostri standard di protezione dei dati“.

Anche Threema, attraverso un portavoce, conferma le medesime perplessità: “Il motivo principale è che i nostri standard di protezione dei dati e di sicurezza non sono compatibili con l’interoperabilità. Non possiamo e non vogliamo cambiare questi standard, sono quelli che definiscono Threema“.

Insomma, involontariamente l’Unione Europea ha offerto un grande assist a queste due app per farsi pubblicità e dire che hanno sistemi di sicurezza superiori alla concorrenza, compresa quella del mastodontico WhatsApp. L’app svizzera ha poi rincarato la dose aggiungendo, in un’altra occasione, quanto segue:

“Chi comunica con chi, quando, quanto spesso, chi è in gruppo con chi e così via. Questi dati dicono molto di una persona, anche se non conosci il contesto. Questi dati finirebbero in mano di Meta e noi non lo vogliamo“.

C’è però a questo punto una contraddizione in termini; se infatti le due app in questione hanno il diritto di rifiutare il concetto di multipiattaforma, WhatsApp invece non può farlo, in quanto riconosciuta app leader dall’UE. Ma come adempiere tale compito se le altre app fanno ostruzionismo? A questo punto è probabile che il contenzioso debba essere risolto da una qualche nuova clausola da inserire nel regolamento.

I punti chiave…

  • secondo alcune app concorrenti, WhatsApp non è adeguatamente sicura;
  • a lamentarsi sono Signal e Threema;
  • il 6 marzo scatta l’obbligo di di interoperabilità, ma con questi presupposto sarà difficile adempierlo.