Si torna a parlare di Wangiri ovvero della truffa telefonica dello squillo. Con l’avanzare della tecnologia,, infatti, sono aumentati i tentativi di truffa per estorcere denaro a ignari utenti e quella appena indicata sembra una delle preferite dagli hacker nell’ultimo periodo.

Il termine Wangiri è giapponese e significa “suonare e interrompere” ed è una pratica fraudolenta che mira alla curiosità delle persone. Queste ultime, infatti, ricevono una chiamata sullo smartphone che dura però il tempo di uno squillo che spesso viene ripetuta nel tempo.

La curiosità sale perché di solito lo squillo arriva da prefissi internazionali come quello della Gran Bretagna. Ecco allora come funziona esattamente e come difendersi.

Il funzionamento

La truffa dello squillo chiamata Wangiri funziona in questo modo. Si riceve una chiamata, spesso da un numero internazionale, che dura pochi secondi. Ad essa non si riesce a rispondere perché magari impegnati in altre faccende. Curiosi e preoccupati di aver perso una chiamata importante, perché proveniente da un prefisso estero come quello della Gran Bretagna (+44) o dalla Tunisia (+216), si pensa di richiamare il numero. Fin qui non accade nulla di strano in quanto i truffatori non possono prendere soldi dal credito telefonico con un semplice squillo. Il problema nasce dopo, quando si decide di richiamare. Si è infatti reindirizzati su un numero a pagamento al quale spesso non risponde nessuno o c’è una voce registrata. Nel frattempo, però, all’ignaro utente è addebitata una tariffa elevata per la chiamata internazionale che può aumentare rapidamente e arrivare a costare anche 1,5 euro al secondo. L’obiettivo dei malintenzionati è quello di incassare denaro. I truffatori possono, infatti, guadagnare attraverso i costi delle chiamate oppure ottengono un profitto mediante la condivisione dei ricavi con le compagnie telefoniche che li supportano.

Torna Wangiri, la truffa telefonica dello squillo: ecco come difendersi

Se arrivano chiamate da numeri con prefisso internazionale, come da Cuba (numero inizia con +53), Gran Bretagna (+44), Kosovo (+383), Moldavia (+373) oppure Tunisia (+216) bisognerà sempre fare attenzione.

Potrebbe infatti essere la truffa dello squillo che è detta anche Wangiri.

Per evitare di cadere nel tranello, in primis non si dovrà mai richiamare un numero che non si conosce e che non si ha in rubrica, tanto più se arriva dall’estero. Se si trattasse di un contatto importante, infatti, probabilmente si verrebbe contattati di nuovo o verrebbe lasciato un messaggio.

Il secondo suggerimento sarà quello di bloccare i numeri sospetti, la maggior parte dei telefoni offre la possibilità di bloccare alcuni numeri specifici. Intanto, quasi tutti i telefoni Android utilizzano l’app del Telefono Google che integra un buon servizio antispam. Esso dovrebbe essere attivo di default, altrimenti lo si dovrà attivare.

Sugli iPhone, invece, c’è una lista di numeri spam che man mano si potrà riempire con le nuove numerazioni. Un altro suggerimento da seguire sarà quello di verificare le fatture telefoniche controllando che non siano presenti addebiti imprevisti o chiamate internazionali non autorizzate. Nel caso si cada vittima di una truffa Wangiri, infine, si dovrà segnalare l’accaduto alle autorità competenti e al proprio fornitore di servizi telefonici.

Riassumendo…

1. Torna la truffa telefonica dello squillo comunemente detta Wangiri
2. L’obiettivo dei truffatori è quello di farsi richiamare
3. Se si richiama si è reindirizzati su un numero a pagamento che può arrivare anche a costare anche 1,5 euro al secondo
4. Per proteggersi mai richiamare numeri strani o chiamate che provengono da un prefisso internazionale come quello della Gran Bretagna (+44) o della Tunisia (+216) se non si conosce l’intestatario dell’utenza.

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