Ci risiamo; nuove grane per la ministra Santanchè. Stavolta nell’occhio del ciclone ci finisce la Venere del ministero del Turismo. Ma forse è il caso di fare un piccolo passo indietro. La Venere di Botticelli venne usata all’inizio dell’estate per una campagna marketing al fine di pubblicizzare le bellezze del belpaese. Campagna costata ben 140 mila euro, ma che finì soltanto per scatenare ilarità e critiche sui social. Ora la Procura della Corte dei conti del Lazio vuole vederci chiaro.

Una nuova inchiesta

Aperto il fascicolo per indagare sulla Venere del ministero del Turismo. La campagna Open to meraviglia, voluta dalla stessa Santanchè, finisce sotto inchiesta. C’è il procuratore regionale per il Lazio Pio Silvestri a guidare l’indagine aprendo un’istruttoria al fine di vederci chiaro sulla faccenda. Il bandolo della matassa ruota tutto intorno alla cosiddetta Vedere influencer, il cui nickname sui social è “Venere Italia 23″. Come mai è sparita da oltre 2 mesi? E dire che la sua presenza era stata escogitata proprio per promuovere il turismo nel nostro paese durante l’estate. E invece, sparisce proprio quando i teoria ce n’era più bisogno. Insomma, qualcosa non quadra e la Corte dei Conti ha deciso di volere vedere chiaro, visto che la campagna pubblicitaria non è certo costata bruscolini.

Come dicevamo, si tratta di un investimento di circa 140 mila euro, spesa che serviva appunto a promuovere il turismo nel nostro paese. A conti fatti, non sono state poche le polemiche che hanno accompagnato la trovata del ministero del Turismo. Quando si è appurato del fascicolo aperto per tale inchiesta, molti infatti hanno pensato che fosse un atto dovuto legato all’esposto che aveva presentato a fine maggio il Codacons. C’era poi anche chi aveva ipotizzato si trattasse di un’inchiesta relativa alla denuncia per possibile danno erariale che aveva intimato il segretario di +Europa, Riccardo Magi, una paio di settimane fa.

E invece, nessuno dei due motivi è causa di tale procedimento a carico della campagna marketing.

Venere del ministero del Turismo, un’indagine tardiva?

Si sta indagando sul perché sia sparita, visto che è costata un bel po’ di soldini. Questa in sostanza la motivazione che sta alla base del fascicolo aperto dalla Procura della Corte dei conti del Lazio. In pratica, l’indagine muove le sue mosse proprio dalle perplessità che la stampa stessa aveva mostrato nelle scorse settimane. Sul caso la stessa Santanché, che intanto ha ancora il suo bel daffare per la questione Visibilia, ha rilasciato alcune dichiarazioni che imparate giustificherebbero l’assenza, anzi la sparizione, della Venere del ministero del Turismo. La ministra ha parlato di scelta ponderata al fine di “far atterrare le campagne sul portale italia.it“.

Abbiamo capito bene? La Venere influencer è sparita per attirare l’attenzione degli italiani sul portale? Strategia dell’assenza, molto interessante. In certi casi potrebbe anche funzionare, visto che effettivamente genera curiosità. Ma perché spendere tanti soldi? Se la scelta è stata ponderata, davvero c’era bisogno di pianificare un progetto del genere, costato 140 mila dollari, per poi farlo sparire? O forse l’influenzar è sparita a seguito delle troppe critiche? O, peggio ancora, si è trattato di un investimento sbagliato? Che ci sia addirittura il sospetto di soldi spariti per fare altro non è un segreto, ed è proprio per questo che l’indagine appena avviata non può che far contenti coloro che vogliono vederci chiaro sulla vicenda. Insomma, mentre il paese è interessato a non poche vicende di pregnante importanza, come ad esempio quello relativo al lavoro per le mamme, c’è anche chi cerca di non farsi scappare altre questioni non poco controverse.

I punti chiave…

  • La Corte dei Conti apre inchiesta per indagare sulla campagna marketing del ministero del Turismo;
  • la campagna della Venere influencer è costata 140 mila euro;
  • perché l’influencer in questione è sparita da oltre due mesi? Cosa ne è stato dei soldi?