Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie, saliti a 200 e solo una decina circa in Italia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), però, potrebbe trattarsi “solo della punta dell’iceberg“. A parlare è stata Sylvie Briand, direttrice del dipartimento globale di preparazione al rischio infettivo dell’Oms secondo cui è fondamentale non cedere al panico ma è anche vero che la diffusione del virus appare insolita ma è ancora possibile fermarne la diffusione.

Virus vaiolo delle scimmie, l’allarme dell’OMS e la questione quarantena

In tutto ciò, l’Europa sta lavorando per l’acquisto di vaccini e antivirali ad hoc anche se secondo l’esperta dell’Oms Rosamund Lewis: “Per il momento non c’è bisogno di una grande campagna di immunizzazione di massa” sottolineando che il contagio avviene pelle a pelle, faccia a faccia e quindi resta importante il contact tracing.

Per quanto riguarda l’Italia, sono circa una decina i casi confermati. Secondo gli esperti è fondamentale una quarantena di 21 giorni per i contatti stretti dei contagiati. Va infatti ricordato che il virus del vaiolo delle scimmie ha un incubazione media di 10-12 giorni ma a volte anche di più. Nei giorni scorsi, il ministero della Salute ha emesso una circolare dove si parla della gestione dei casi e del tracciamento.

Vaccini per il vaiolo delle scimmie

Intanto, nel laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano è stato isolato il ‘monkeypoxvirus‘ responsabile dell’epidemia da vaiolo delle scimmie in Europa. Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “L’Istituto superiore di sanità ha dichiarato che abbiamo già la disponibilità di oltre 5 milioni di dosi di vaccino antivaiolo, quindi siamo preparati eventualmente nel procedere qualora ve ne fosse la necessità”. A Rainews24, il sottosegretario Andrea Costa ha poi detto:

“Sul vaiolo delle scimmie dobbiamo dire con chiarezza che non siamo di fronte a un’emergenza.

Siamo di fronte ad una situazione che deve essere attenzionata e monitorata: la malattia non è paragonabile al Covid e non colpisce tutta la popolazione perché chi è stato vaccinato contro il vaiolo, circa il 40% della popolazione, ha già una protezione indicativamente dell’85%.”