All’inizio della pandemia rappresentava il primo baluardo farmacologico contro il Covid, poi le controindicazioni hanno modificato completamente lo scenario relegandolo in tribuna (calcisticamente parlando).Stiamo parlando del vaccino AstraZeneca, colpevole di aver provocato controindicazioni gravi e mortali in alcuni casi. Ora il colosso farmaceutico britannico finisce in tribunale e per la prima volta confessa quelle che possono essere le conseguenze della sua somministrazione.

L’amara confessione

Meno di un mese fa avevamo appunto rivelato che AstraZeneca era finita in tribunale con l’obbligo di far conoscere finalmente al mondo quali erano gli effetti del suo siero anti Covid.

Ora arriva l’ammissione della società britannica. Il suo vaccino è stato somministrato in ben 150 Paesi nel mondo e data la grande quantità di iniezioni e l’enorme copertura di cui ha goduto, soprattutto nelle prime battute della pandemia, i rari effetti collaterali sono stati comunque numerosi. L’azienda si è quindi trovata un certo punto a dover confrontarsi con una serie davvero grande di richieste di risarcimento, e uno stesso tribunale britannico a un certo punto l’ha obbligata a vuotare il sacco e rivelare una volta per tutte quali sono i rischi per chi assume tale farmaco.

E alla fine il colosso lo ha fatto, il rischio è quello di beccarsi una trombosi. Ora non mancano i titoli sensazionalistici e naturalmente sui social c’è chi sta cavalcando l’onda al grido di “Lo avevo detto!”. Ma facciamo un piccolo passo indietro e vediamo nel dettaglio cosa effettivamente significa questa ammissione di AstraZeneca sul suo vaccino. Innanzitutto, sin dall’inizio il farmaco sviluppato dalla società britannica in collaborazione con l’Università di Oxford offriva una copertura contro il Coronavirus che non era proprio il massimo, ossia tra il 60 e l’80%. Trattandosi però del primo vaccino, la percentuale è comunque buona. Del resto, il Covid stava facendo un massacro e urgeva prendere provvedimenti immediati.

Vaccino AstraZeneca può provocare trombosi

Sin dall’inizio era stato comunicato che la sperimentazione non aveva avuto modo di essere completata e, data l’urgenza della situazione, stava procedendo di pari passo con la somministrazione. In sostanza, in alcuni soggetti poteva provocare coaguli di sangue potenzialmente mortali. Circa 50 delle vittime di queste trombosi (tramite i loro parenti) hanno quindi mosso azione legale collettiva per chiedere un maxi risarcimento fino a 100 milioni di sterline. Naturalmente, il colosso farmaceutico non ci sta, ma allo stesso tempo ammette che effettivamente in alcuni casi rari il rischio trombosi con il vaccino AstraZeneca c’è eccome. Nello specifico si parla di sindrome da trombosi con trombocitopenia, abbreviato nella sigla TTS.

La difesa dell’azienda però punta dritto su un passaggio fondamentale, il quale potrebbe sostanzialmente scagionarla se confermata. Al momento infatti gli esperti di AstraZeneca ammettono di non avere ancora ben chiaro il motivo secondo il quale si vengono a formare questi coaguli si sangue, ma il sospetto è che in alcuni soggetti possano formarsi anche in assenza di vaccino. Insomma, se gli scienziati riusciranno a dimostrare questo passaggio, allora è molto probabile che le accuse saranno costrette a cadere. A sensazione, però, rimane difficile pensare che le povere vittime si siano beccate questa trombosi per cause che esulano completamente dalla somministrazione di tale farmaco.

I punti chiave…

  • il vaccino di AstraZeneca finisce in tribunale e ammette il rischio trombosi in rari casi;
  • la difesa parla di cause sconosciute e vuole sostenere che i coaguli di sangue potrebbero essersi formati indipendentemente dal farmaco;
  • 50 vittime in Gran Bretagna chiedono un risarcimento di 100 milioni di sterline.