Che cosa determina il benessere economico individuale in una nazione? Non è tanto quanto si guadagna ma il potenziale d’acquisto, ovvero il valore di un certo stipendio quanto lo si va a tradurre in acquisto di beni e servizi. Quando si prende considerazione la possibilità di trasferirsi all’estero è proprio questo parametro che va considerato: se in una nazione lo stipendio medio basta per vivere in maniera dignitosa si dice che il costo della vita è sostenibile. Ciò può accadere in Paesi ricchi (e solitamente poco popolati e, quindi, più facili da gestire), come la Norvegia o la Svezia, ma è un dato che deve valutare anche chi sogna di emigrare in Asia o in America Latina e magari ha una rendita fissa in Italia con la quale intende mantenersi (ovviamente in questo ultimo caso il costo della vita individuale andrà rapportato alle entrate personali e non allo stipendio medio in quel dato Paese).

 

La situazione attuale del costo della vita in Italia

Recenti studi hanno dimostrato che l’Italia è, tra i Paesi europei, agli ultimi posti della classifica basata sul rapporto soldi/qualità della vita: oggigiorno anche la classe media fatica a far quadrare i conti a fine mese. Secondo alcune previsioni condotte dall’ONF (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) ad inizio anno, e confermate purtroppo dalla tendenza economica degli ultimi mesi, l’aumento della pressione fiscale e l’insieme delle manovre del governo, avrebbero inciso pesantemente sui redditi delle famiglie incrementando le spese necessarie di più di 2 mila euro in tutto il 2012. E purtroppo le prospettive di crescita per il 2013 non sono più confortanti. In base ai numeri riportati dall’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, ogni giorno spendiamo per cibo, servizi e benzina circa l’80% di quello che guadagniamo.

Stipendi bassi e costo della vita alto: in Italia beni e servizi mostrano un sovrapprezzo del 2% rispetto alla media europea a fronte di stipendi medi di 1300 euro al mese.

In Germania o Regno Unito la stessa categoria professionale arriva a guadagnare almeno 2500 euro. Una differenza disarmante pari all’86% in più.

Trasferirsi all’estero: si ma dove? Te lo dice internet

Esistono online alcuni portali che raccolgono nel database una panoramica sul costo della vita nei principali Paesi del mondo. I dati, aggiornati in tempo reale, sono poi differenziati in base alle singole regioni e città per fornire una visione più dettagliata.

 

Uno dei più noti è Eardex: l’home page presenta una cartina geografica del mondo e cliccando sulla zona di interesse si visualizzano le informazioni utili relative ai prezzi dei generi alimentari e di altri servizi tra i più richiesti.

 

I parametri usati riguardano alcune macro categorie:

Settore turistico e immobiliare (quindi prezzi degli hotel, costi delle case, affitti etc)

Ristoranti e bar

Prodotti di marchi internazionali (Marlboro, iPhone etc)

Prodotti alimentari nei supermercati (pasta, latte etc)

Prodotti di uso quotidiano (benzina, mezzi di trasporto etc)

Altri generi di largo consumo (ad esempio medicinali)

Un altro importante database gratuito è Numbeo: si tratta di un archivio libero e modificabile dagli stessi utenti. Il sito fornisce poi analisi statistiche dei dati raccolti. La prima cosa da fare è selezionare il prodotto o il servizio del quale si vuole conoscere il prezzo. Un menù a tendina permette poi di selezionare lo Stato di interesse. Valori inferiori al 100 rappresentano luoghi in cui è possibile vivere con meno soldi

Ovviamente si tratta di strumenti da interpretare con elasticità e da integrare con altri tipi di misurazione meno soggettivi. In ogni caso rappresentano un primo passo utile per chi sta considerando l’idea di trasferirsi all’estero.