Il metilmercurio è un catione organometallico (ovvero un atomo con più cariche positive) molto tossico che si accumula facilmente nell’ambiente. L’esposizione ad esso, in prevalenza, avviene mediante il consumo di tonno contaminato. Il problema è che il livello di metilmercurio contenuto è diverso da tonno a tonno e da zona a zona. Alcuni ricercatori, però, su Enviromental Science adn Technology hanno fornito un modello di previsione per circoscrivere la popolazione dei tonni che sono più a rischio come comunica anche ilfattoalimentare.it.

Il mercurio nei pesci

Il mercurio inorganico si trova nell’atmosfera (di solito) e si concentra sopratutto in alcuni luoghi come quelli vulcanici. Inoltre esso viene associato alle miniere e agli impianti di purificazione degli oli che provengono da combustibili fossili. Proprio per questo, come rivela il fattoalimentare.it, alcuni ricercatori dell’università della Nuova Caledonia e della Sorbona e di Tolosa hanno dedicato un progetto al mercurio nei pesci il cui nome è Mertox . Con esso gli studiosi hanno valutato la concentrazione possibile di mercurio nel pesce considerando sia la composizione dei fanghi dei fondali che la temperatura di superficie del mare. Inoltre hanno fatto delle indagini in base alle loro previsioni in grandi aree dell’oceano Pacifico.

Il modello per prevedere le concentrazioni di mercurio

Le indagini dai ricercatori sono state svolte su più di mille campioni delle tre tipologie di tonno tra i più comuni (il pinna gialla, l’alalunga e l’obeso) ed hanno rilevato che quasi tutti avevano dei valori al di sotto del limite massimo accettato per il consumo umano. Nelle zone del Pacifico centro-equatoriale e centro-settentrionale il modello è stato molto affidabile mentre lo è stato di meno nel Pacifico occidentale-equatoriale. Il livello di metilmercurio, infatti, in queste zone è stato ritenuto più basso rispetto alla realtà. Negli studi eseguiti, poi, è stato dimostrato che le dimensioni del pesce sono importanti in quanto i tonni più grossi accumulano più metilmercurio.

Fattori importanti, poi, sono anche l’attività umana (come già spiegato) e le rotte migratorie. Grazie a tale modello è possibile, quindi, avere uno strumento utile per scegliere il tonno e non pescare quello che si trova nelle zone più pericolose.

Effetti metilmercurio sulle persone

Le persone più a rischio all’esposizione del metilmercurio sono i bambini e le donne in gravidanza o che allattano. In quest’ultimo caso il metilmercurio è pericolosissimo in quanto può superare non solo la barriera placentare ma anche quella cerebrale causando gravi danni allo sviluppo del sistema nervoso del feto. Tra i maggiori sintomi legati all’esposizione cronica a tale sostanza vi sono problemi di coordinazione, motori, della memoria e della funzionalità renale.

Ricordiamo nuovamente che il metilmercurio è la forma più comune di mercurio organico. Essa è anche la più tossica e si trova principalmente nei prodotti ittici. L’esposizione dell’uomo ad esso avviene sia per motivi lavorativi come ad esempio quello nelle miniere o nei cementifici oppure per via alimentare mediante il metilmercurio e quindi mediante i prodotti ittici.

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