Entro l’inizio del 2022 si partirà con la terza dose di vaccino per tutti. Ormai c’è quasi la certezza dopo che il Governo dovrebbe aprire a dicembre ai vaccini per la fascia 5-11 anni e poi la terza dose anche per over 50 e docenti.

Terza dose vaccino, si accelera per evitare nuovo boom contagi

Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato dal Corriere della Sera, dopo 6 mesi dalla seconda dose è importante favorire la terza dose ad una platea più ampia possibile.

Al momento si pensa già ad aprire a chi ha tra 40-50 anni per scongiurare scenari peggiori nei prossimi mesi:

“Stiamo accelerando anche sulle terze dosi di vaccino anti Covid e pensiamo che questo sia il primo terreno su cui concentrare tutte le nostre energie nelle prossime settimane. Dobbiamo ancora recuperare con le prime dosi e accelerare su richiami”

Un pensiero condiviso anche dal consulente per l’emergenza Covid del ministro Speranza, Walter Ricciardi. Ad oggi la terza dose è fortemente raccomandata agli over 60 che possono già prenotare il richiamo se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 6 mesi, così come per chi ha fatto il vaccino J&J a prescindere dall’età.

Picco previsto a gennaio, lockdown per non vaccinati possibile?

Ad esprimersi in merito alla terza dose per tutti è stato anche il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza coronavirus che ha parlato di picco:

”Sono state superate le 110mila terze dosi ma il picco arriverà fra dicembre e febbraio. Siamo in grado di assorbire il picco con l’organizzazione attuale, anche a fronte della razionalizzazione degli hub”

E mentre la terza dose continua a diventare una certezza, dopo la decisione dell’Austria di dare avvio al lockdown per non vaccinati anche in Italia si è ipotizzato che si possa agire allo stesso modo considerando che sono ancora 7,3 milioni i non vaccinati over 12.

In Austria chi non si è vaccinato sarà soggetto a restrizioni e non potrà accedere a numerosi luoghi come ristoranti, bar, sport, locali, musei e in genere luoghi socio-ricreativi e culturali. Ripetere la stessa cosa in Italia non è facile, come ha detto Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, ospite a ’Mezz’ora in più’ su Rai3:

“La praticabilità sia in termini concreti e operativi sia per quel che riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali è alquanto problematica, quindi non credo che si tratti di una soluzione in questo momento proponibile nel nostro Paese”

Al momento, insomma, difficile pensare che anche nel nostro paese si seguirà il modello austriaco, anche se secondo il membro del Cts Sergio Abrignani, si tratta di una scelta importante.

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