La nuova manovra potrebbe contenere delle misure agevolate per il reshoring. Significa che chi torna e investe in Italia potrebbe pagare tasse dimezzate.

In questo modo, secondo il Governo, ci sarebbe una lotta più efficace ai paradisi fiscali delle multinazionali. Con quest’ultimo termine, come tutti sapranno, si intendono le giurisdizioni che offrono condizioni fiscali favorevoli, spesso caratterizzate da bassi livelli di imposizione fiscale o da norme di segretezza finanziaria.

Tali luoghi attirano molte imprese che cercano di minimizzare le loro obbligazioni fiscali.

Bisogna però ricordare che l’uso di tali paradisi per scopi di elusione fiscale può essere illegale e può avere conseguenze legali.

Le ipotesi al lavoro del Governo

Non tutti sono d’accordo con una delle ipotesi avanzate dal Governo. Parliamo delle tasse dimezzate per chi torna e investe in Italia. Sono contrarie ovviamente quelle aziende che hanno deciso di restare nel nostro paese nonostante i costi più elevati. Purtroppo il problema del trasferimento delle sedi aziendali (ovviamente anche dei profitti) in paesi a tassazione più bassa rispetto a quella del paese di origine è sempre più diffusa. Ciò succede perché le regole che governano il circolo del denaro tra Stati è spesso obsoleta e poi perché ci sono pochi controlli internazionali. In questi casi si parla di elusione fiscale e non di evasione. Essa si concretizza quando si raggirano le leggi a proprio vantaggio per ottenere una diminuzione del prelievo fiscale.

Tornando all’ipotesi del Governo, essa è legata all’attuazione dell’articolo 3 della delega fiscale che prevede delle forme di bonus “all’investimento al trasferimento di capitali in Italia”. Più nel dettaglio si starebbe pensando a un dimezzamento della base imponibile Irpef e Ires nonché di un’esenzione Irap per cinque anni.

Ricordiamo, comunque, che già dal 2022 niente più Irap per alcune partite Iva: esattamente per gli esercenti di attività di lavoro autonomo e per le persone fisiche esercenti attività commerciali.

E non è finita in quanto tra le ipotesi ci sarebbe anche l’introduzione di un provvedimento a tema fiscale insieme a un’aliquota minima globale del 15% per le multinazionali con un fatturato superiore ai 750 milioni di euro.

Tasse dimezzate per chi torna e investe in Italia: lotta ai paradisi fiscali delle multinazionali

Maurizio De Leo, il vice ministro dell’Economia, ha spiegato che nel prossimo decreto legislativo ci saranno degli importanti interventi sulla fiscalità internazionale. Tra le ipotesi, come detto, tasse dimezzate per chi torna e investe in Italia in modo tale da aumentare la lotta ai paradisi fiscali delle multinazionali.

In ogni caso il decreto legislativo sulla minimum tax prevede tre vie: un’aliquota minima nazionale, un’imposta minima integrativa e una minima suppletiva.

Per quanto concerne la prima, si parla di un’imposizione del 15% mentre in merito alla seconda, essa dovrà essere versata dalle società madri nel nostro paese per le controllate all’estero che non arrivano a pagare il 15%. Con quest’ultima, quindi, si integrerebbe quello che manca. L’imposta minima suppletiva, invece, sarà richiesta alla controllata di una multinazionale in Italia la cui casa madre si trova in un paradiso fiscale per cui non paga l’aliquota minima.

In ogni caso si saprà qualcosa in più nel prossimo Consiglio dei Ministri che ci sarà il prossimo lunedì. Tra le novità trapelate c’è anche quella di voler approvare la manovra (in deficit di 15,7 miliardi di euro) entro Natale.

Riassumendo….

1. Ecco cosa bolle in pentola nella prossima manovra: tasse dimezzate per chi torna e investe in Italia
2. In questo modo si cercherà di effettuare una lotta più efficace ai paradisi fiscali delle multinazionali
3. Tra le idee ci sarebbe l’introduzione di un’aliquota minima globale del 15% per le multinazionali con un fatturato superiore ai 750 milioni di euro.

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