Ci sono delle novità importanti per il Superbonus 110%. Da quest’anno (2023) passa, infatti, dall’aliquota del 110 al 90%. La nuova norma riguarderà tutti, sia le persone fisiche che i condomini. E così si mette la parola fine alle polemiche inerenti all’incentivo per effettuare lavori edili agli edifici.

C’è chi infatti lo ama e chi lo odia per le tante truffe scoperte e perché tale bonus 110% per le ristrutturazioni può rivelarsi anche un potenziale boomerang. I lavori per la ristrutturazione dell’edificio si pagano e lo si fa mediante il credito di imposta che il privato matura cedendo l’incentivo alla ditta che esegue i lavori a terzi.

Il problema è che se l’Agenzia delle Entrate stabilisce che la detrazione e il credito non spettano è poi il cittadino a dover versare all’Erario la somma presa oltre gli interessi e le sanzioni.

Ma vediamo le novità di quest’anno.

Le novità

Il Superbonus 110% dal 1° gennaio 2023 è andato in pensione e la detrazione scende al 90% per i condomini a meno che l’assemblea non abbia deliberato i lavori entro il 18 novembre scorso e presentata la Cilas entro il 31 dicembre. Oppure abbia deliberato l’inizio dei lavori tra i 19 e il 24 novembre e presentata la Cilas entro il 25 novembre.

Inoltre il Superbonus 110% vale ancora fino al 31 marzo di quest’anno per le villette. Queste ultime, però, dovranno aver effettuato lavori per il 30% dell’intervento complessivo entro il 30 settembre.

Inoltre la novità del 2023 è che tali villette (prima casa), al di là dell’avanzamento dei lavori, potranno fruire del bonus al 90% fino al 31 dicembre. Il proprietario, però, dovrà avere un cosiddetto “reddito di riferimento” non più alto di 15 mila euro.

Conviene?

Ilsole24ore sottolinea che non sempre la scelta di accedere al Superbonus (non più al 110 ma al 90%) può convenire. Dipende infatti anche dalla durata dei lavori.

Ecco un esempio: il proprietario di una villetta monofamiliare con reddito Isee sotto i 15 mila euro chiede e ottiene l’incentivo per il 2023. Il problema è che i lavori potrebbero non finire per l’anno in corso ovvero il 2023 per intoppi di tipo burocratico o tecnico.

Per il quotidiano, poi, a chi abita in zone di maggior rischio sismico converrebbe optare per il Sismabonus nonostante l’aliquota sia più bassa (85%). Il motivo è che per quest’altro incentivo la proroga è stata fissata fino al 2024.

In più per il Superbonus ex 110% c’è il problema della cessione dei crediti che è bloccata quasi del tutto. Tale bonus si recupera in detrazione ma anche per tale operazione, sottolinea Ilsole24ore, ci potrebbero essere complicazioni. I pagamenti delle rate, infatti, potrebbero diventare troppo alti per cui sarebbero preferibili incentivi più bassi.

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