Il caro prezzi ha dato una vera e propria mazzata agli italiani che nel corso del 2022 hanno perso una larga fetta di potere di acquisto. Gli stipendi, nel frattempo, non sono cresciuti. Anche il taglio del cuneo fiscale non sembra essere sufficiente a recuperare il potere d’acquisto delle famiglie perso. Una cifra vicina a 10 miliardi di euro. Le buste paga sono sempre più povere e anche se i dipendenti ora potrebbero acquistare meno di 100 euro al mese di stipendio, questa cifra potrebbe non bastare.

L’inflazione ha colpito duro i portafogli. Tutto costa di più: andare a fare la spesa, le bollette, il carburante, i prezzi per i mezzi pubblici e persino affitti e mutui. Dall’inizio della guerra in Ucraina l’inflazione ha pesato enormemente e da allora non è cambiato praticamente nulla.

L’inflazione non molla e il taglio del cuneo fiscale non sembra essere sufficiente

Come scrive Wall Street Italia– che riporta un’analisi effettuata dal “Fatto Quotidiano”, il taglio del cuneo fiscale arrivato con l’ultimo decreto lavoro non basterebbe. Con il decreto, infatti, è aumentato di 4 punti l’esonero contributivo dei lavoratori che hanno una retribuzione annua fino a 35mila euro. Lo stanziamento arriva a 2,9 miliardi di euro.

A cui aggiungere 3,5 miliardi di euro che sono stati previsti nella Legge di Stabilità. Che ha pure confermato il taglio di due punti voluto dal governo Draghi e lo ha portato a 3 punti per le famiglie con un reddito fino a 25mila euro. In totale, quindi, si arriva a 6,4 miliardi di euro più due miliardi del precedente esecutivo che portano il totale a 8,4 miliardi di euro. Il potere di acquisto delle famiglie, però, nell’ultimo anno ha subito un crollo peggiore, fino a 10,3 miliardi di euro e le risorse coprono invece solo il 60%.

I dati Istat

In busta paga arriveranno da 45 a 100 euro in più in base al reddito ma queste cifre possono non bastare.

Infatti, non solo l’inflazione è aumentata di 0,5% ma i prezzi sono sempre più alti. Almeno per tutto ciò che le famiglie sono chiamate a pagare ogni mese e far fronte alle spese necessarie. I sindacati hanno criticato il Decreto Lavoro accusandolo di aver reso ancora più precario il lavoro. Secondo l’Istat, riguardo i contratti collettivi aggiornati a fine aprile, anche se l’aumento dei prezzi ha subito un rallentamento, la dinamica dell’inflazione e dei salari è ancora superiore di 7 punti. Per i sindacati, quindi, sarebbe stato meglio aumentare direttamente i salari.

Stipendi, di quanto dovrebbero aumentare per evitare il caro prezzi sempre più pressante

Il problema dei prezzi e degli stipendi bassi è davvero reale per le famiglie che ora si ritrovano a dover sborsare molto di più per ogni ambito della vita. Per quanto riguarda la spesa alimentare, ad esempio, si parla persino di speculazioni. Proprio perché alcuni prodotti hanno subito aumenti troppo importanti e le famiglie sono costrette a modificare gli acquisti per rientrare nel budget mensile.

Non va meglio per mutui e affitti, sempre più cari. Nell’ultima settimana anche gli studenti stanno protestando contro il caro affitti, cresciuto alle stelle. E un accenno va fatto anche al prezzo della benzina, che ormai si attesta intorno a 1,8 euro al litro. Sicuramente un costo più caro rispetto a poco più di un anno fa. Ecco perché il taglio del cuneo, che comunque porta in busta paga qualche decina di euro in più, non sembra bastare a recuperare il potere di acquisto perso.