Che non fossero i Maneskin i più ascoltati al mondo potevamo già prevederlo. Spotify ha svelato gli artisti che hanno vinto nel 2022 nelle preferenze dei suoi ascoltatori. Chi sono quindi quelli che hanno ottenuto più timing in streaming sulla piattaforma?

In realtà, i nostro Maneskin possono consolarsi in qualche modo, visto che sono comunque al primo posto tra gli italiani più ascoltati all’estero. Il campione dei campioni però rimane Bad Bunny.

Spotify, Bed Bunny il più ascoltato sulla piattaforma

Per il terzo anno consecutivo la superstar portoricana si aggiudica il primato di artista più ascoltato su Spotify.

As It Was di Harry Styles è la canzone con il numero di stream più alto in assoluto. E dove sono finiti, invece, i tanto chiacchierati Maneskin? Per loro comunque un traguardo importante, visto che risultano al momento il prodotto musicale italiano più ascoltato all’estero sulla piattaforma svedese. Occhio però, perché da noi le cose non vanno allo stesso modo. In Italia l’artista più ascoltato invece è Sfera Ebbasta, mentre la canzone più sentita è Brividi di Mahmood e Blanco.

Come ogni anno, anche per questo 2022, la startup scandinava ha mostrato le sue playlist basate sulle classifiche dei cantanti e delle canzoni più in. Il cosiddetto Spotify Wrapped è ormai un appuntamento consolidato per la fine di novembre e fa il punto della situazione su quelli che sono stati i trend mondiali in campo musicale. 456 milioni di ascoltatori in tutto il mondo e un nuovo record da registrare, quello di Bad Bunny che arriva addirittura a 17 miliardi di stream. Al secondo posto Taylor Swift con 11 milioni di streaming. Chiude il podio Drake. Appena fuori dal podio The Weeknd e BTS.

Dove sta andando la musica?

La scena italiana è a totale appannaggio dei Maneskin per quanto riguarda l’estero. Cosa ascoltano gli stranieri oltre a loro? Gli altri artisti italiani che godono di un certo riconoscimento oltre i confini italici sono Meduza, Gabry Ponte, Ludovico Einaudi e Kina.

La donna italiana con più streaming nel mondo rimane invece Laura Pausini. A sentire questi nomi verrebbe però da chiedersi: cosa sta succedendo alla musica? Possibile che la proposta commerciale che le major continuano a spingere sia soltanto rap, trap, pop sdolcinato e rock mediocre? Non ci aspettiamo certamente il rispolvero di scene underground, ma un minimo di proposta che sappia diversificarsi nei contenuti.

Se pensiamo che fino a qualche decennio fa, quando lo streaming non esisteva, a scalare le classifiche erano Beatles, Queen, poi ancora Michael Jakcson, Elton John, David Bowie, fino ad arrivare ai Nirvana. Cosa è successo al mondo della musica? C’è davvero ancora una ricerca e uno studio sui suoni, le armonie, oppure stiamo andando completamente alla deriva cercando solo ed esclusivamente il look alla moda che questi pseudo artisti propongono? Certo, la musica commerciale è stata sempre orfana di questo tipo di ricerca ma, come abbiamo visto, non sono mancati nella storia casi in cui gli artisti hanno saputo coniugare il proprio sincero senso dell’Arte con la mercificazione del contenuto da proporre alla massa. I nomi succitati ne sono un chiaro esempio. Oggi ci sembra davvero difficile, invece, pensare che un tale compromesso possa arrivare.