C’è il via libera alla proroga della normativa sullo smart working facilitato emergenziale fino al 31 dicembre di quest’anno anche per il settore privato, dopo il semaforo verde per i dipendenti della Pubblica amministrazione. È quanto riportato in un emendamento preparato dai tecnici del ministero del Lavoro da presentare al decreto Riaperture (dl 52), al momento all’esame della Camera dei deputati.

Ad oggi la proroga per lo smart working facilitato vale fino al prossimo 31 luglio, dopo che il decreto Riaperture aveva allungato la durata dello stato di emergenza da fine aprile all’ultimo giorno del mese di luglio.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 146 del 21 giugno 2021 è stata pubblicata la legge di conversione del decreto Riaperture, in cui vengono confermate le misure per la ripresa delle attività economiche e sociali per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19. In tema smart working, fino al 31 dicembre è stata prorogata la possibilità per i datori di lavoro di “applicare la modalità di lavoro agile ad ogni rapporto di lavoro subordinato”. I datori di lavoro dovranno comunicare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali i nomi dei dipendenti e la data entro quando terminerà la modalità di lavoro in smart working

Proroga smart working facilitato: il governo mantiene la promessa

Subito dopo lo spostamento dello stato di emergenza al 31 luglio, il ministro del Lavoro Andrea Orlando si era impegnato insieme all’esecutivo di estendere la proroga per lo smart working facilitato almeno fino al 30 settembre, termine che è stato posticipato ulteriormente posticipato di tre mesi con l’ultimo emendamento. Bisogna ora soltanto aspettare il semaforo verde della Camera, ma non ci dovrebbero essere sorprese in tal senso da Montecitorio, dopo l’ampia convergenza ottenuta sul testo dell’emendamento in seno alla maggioranza.

Smart working, fino a 5 milioni di italiani lavoreranno da remoto

Secondo uno studio realizzato da Randstad Research e l’Osservatorio del Politecnico di Milano, la platea di lavoratori che opererà in smart working nel corso dei prossimi mesi potrebbe raggiungere 5 milioni di unità.

Si tratta di un cambio epocale, dal momento che, se si esclude il periodo emergenziale dettato dal coronavirus, mai in Italia si era raggiunta una cifra simile: nel 2019 erano soltanto 500 mila i dipendenti che lavoravano da remoto.

A cambiare sarà anche la settimana lavorativa ideale: secondo l’ultimo approfondimento del Sole 24 Ore sul tema del lavoro da remoto, la nuova settimana sarà composta da 2,6 giorni in presenza e i restanti 2,4 giorni a distanza.

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