Smart working e cambiamento degli uffici. Il Corriere della Sera, in un approfondimento, ha ripreso la tesi di Manfredi Catella, uno dei più importanti imprenditori a livello nazionale. Nel recente passato, Catella ha avuto un ruolo determinante nella gestione e nello sviluppo della riqualificazione immobiliare del quartiere Porta Nuova a Milano, dove oggi svettano i grattacieli di Unicredit e le torri del Bosco verticale, che nel frattempo sono diventate di proprietà della Qatar Investment Authority. Catella è anche il fondatore di Coima, società leader in Italia nella gestione di patrimoni immobiliari per investitori istituzionali.

Uffici e città, il pensiero di Catella

“Gli uffici passeranno dall’essere luoghi di produzione a luoghi di interazione”. Di conseguenza, secondo Catella, andranno ripensati non soltanto dal punto di vista dell’ubicazione ma anche della loro struttura interna, ponendosi sempre l’obiettivo di coinvolgere i lavoratori e stimolare sia la loro produttività che la loro creatività.

Ma gli uffici rappresentano soltanto una piccola parte di ciò che sarà il cambiamento nel medio-lungo periodo. A cambiare dovranno essere anche le città, e su questo punto l’Italia avrebbe un vantaggio considerevole rispetto ad altri Paesi: non avere grandi metropoli ed essersi sviluppata attraverso piccole città a misura d’uomo.

Citando sempre l’intervista rilasciata tempo fa al Corriere della Sera, Catella aveva applaudito la scelta compiuta dal Paese di investire nell’alta velocità, rendendo le distanze tra Bologna, Genova, Milano e Torino più tollerabili rispetto a prima. Su questo ha poi voluto citare l’esempio della distanza che separa la periferia di Londra al centro della capitale inglese, mettendo sulla bilancia la qualità della vita nelle città italiane elencate in precedenza con quella della periferia londinese.

Lo smart working in Italia

Riallacciandoci al tema dello smart working, i dati Eurostat confermano come già nel 2019 il 65 per cento delle grandi aziende avesse adottato l’innovativa modalità di lavoro (ben prima dunque dell’arrivo della pandemia), contro il 30 per cento delle piccole e medie imprese e il 23 per cento della pubblica amministrazione.

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