Cosa ne sarà degli ex percettori rimasti senza il reddito di cittadinanza? Le storie di Massimo da Cagliari, Vincenzo da Napoli, Vittorio da Palermo e altri ancora sono tutte uguali e si sintetizzano in un’unica grande storia, quella di persone che non hanno più i soldi per vivere. Tutto gira intorno ai nuovi corsi di formazione per entrare nuovamente nel mondo del lavoro. Ma la situazione si fa paradossale quando ci si imbatte nella piattaforma per iscriversi.

Storie di un paese inghiottito dalla burocrazia

La parola d’ordine è patto di servizio personalizzato attivo, ma pare che tale procedura sia al momento impossibile.

Gli ex percettori del sussidi, prima di iscriversi alla piattaforma per scegliere le cassi dedicate alla formazione del lavoro, devono effettuare l’iscrizione al Centro dell’Impiego. Le storie delle persone sopra citate però ci dicono che tale iscrizione prevede una sorta di appuntamento con date relative al mese di novembre. Ciò significa che prima di dicembre, qualora riuscissero poi a completare l’attivazione del patto di servizio personalizzato, non avrebbero alcun sussidio. Come tutti ormai sanno, senza reddito di cittadinanza il Governo Meloni ha stanziato nuove attività per la formazione del lavoro. Ciò comprende anche un nuovo sussidio, che però consente di elargire ai partecipanti soltanto 350 euro al mese.

Vincenzo, Massimo e Vittorio si chiedono in che modo potranno riuscire a vivere con una somma così bassa. Le storie di questi italiani si fanno tragiche se confrontate al sussidio ricevuto con il RdC. Con un aiuto economico più che dimezzato, infatti, riuscire a pagare l’affitto, le bollette e, allo stesso tempo, anche fare la spesa mensile per mangiare diventa praticamente impossibile. Se poi ci aggiungiamo i rincari folli d’autunno ai quali gli italiani sono sottoposti, allora la situazione diventa semplicemente tragica. Eppure, c’è chi si accontenterebbe di tale sussidio, vista la situazione precaria in cui vive.

Per molti di loro queste 350 euro sarebbero comunque un vero e proprio tesoro. Peccato che al momento riceverle sia impossibile.

Senza reddito di cittadinanza, da mesi abbandonati

Sono già due i mesi in cui coloro che hanno raccontato la loro storia dopo aver perso il RdC non percepiscono alcun sostegno economico da parte dello stato. Dai racconti si evince inoltre che prima di dicembre la situazione non si sbloccherà, ma c’è chi teme che i ritardi possano essere ancora più lunghi. Gli enti specializzati al fine di formare tali corsi stanno ammettendo che si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana e, come per tutte le rivoluzioni, anche questa comporta tempi molto lunghi. Per far partire i corsi di formazione, il Governo si avvale di una nuova piattaforma che però deve ancora essere perfezionata. Si è scoperto che al momento nessun inoculato risulta ancora iscritto, in quanto coloro che avevano effettuato l’iscrizione subito dopo aver perso il reddito di cittadinanza, non aveva fatto altro che una prescrizione.

In pratica ora il sistema non riconosce nessuno degli iscritti e sarà quindi necessario effettuare una nuova iscrizione. Ma i paradossi non finiscono qui. Innanzitutto, è necessario creare un sistema che riconosca solo gli aventi diritti. Al momento infatti tutti possono iscriversi e quindi è necessario poi effettuare dei lunghi controlli per appurare che gli iscritti siano effettivamente senza lavoro. Una volta completata l’iscrizione si accede al catalogo regionale dell’offerta formativa. Per far partire i corsi però è necessario avere una classe formata esclusivamente dagli aventi diritto. La classe a sua volta genererà un decreto di finanziamento. Infatti, il decreto in questione non ci potrà essere fino a che non ci sarà la classe. Insomma, siamo dinnanzi a un Uroboro burocratico che sta fagocitando il sistema burocratico del nostro paese.

E intanto, le persone che hanno raccontato la loro storia non sanno se arriveranno ai prossimi mesi.

I punti salienti…

  • solo 350 euro di sussidio per coloro che si iscrivono ai corsi di formazione per il lavoro;
  • senza una piattaforma capace di riconoscere gli aventi diritto, non si potranno formare le classi per i corsi;
  • ne consegue che senza corsi non ci sarà sostegno, e gli ex percettori si chiedono se riusciranno a sopravvivere in queste condizioni in attesa che il sistema si sblocchi.