Il compianto Ezio Bosso diceva “sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con una disabilità che non si vede”. In Italia, molte persone con handicap hanno bisogno di aiuto e fortunatamente esistono delle misure di tutela per i familiari che prestano assistenza. Si tratta dei permessi per la Legge 104 nonché il congedo straordinario. Non sempre, però, queste misure sono applicate.

Nel 2022, infatti, un Maggiore dell’Esercito originario di Agrigento, ha dovuto fare richiesta al Ministero della Difesa per ottenere i benefici della 104.

Sapete perché lo ha fatto? Doveva prendersi cura di un familiare che si trovava in grosse condizioni di disabilità. Ecco com’è finita questa triste storia.

La storia del Maggiore dell’Esercito

Pochi mesi fa un Maggiore dell’Esercito ha chiesto allo Stato Maggiore dell’Esercito di poter ottenere i permessi (di 3 giorni mensili) inerenti alla Legge 104. L’uomo ha dimostrato che la richiesta era necessaria per assistere un suo familiare disabile in quanto gli altri suoi parenti non potevano perché impossibilitati per ragioni obiettive. La richiesta, però, non è stata accolta in quanto l’Esercito ha comunicato che lo status di militare comporta anche delle specificità. Ha aggiunto, poi, che l’Amministrazione aveva anche il diritto di valutare le ricadute organizzative sul servizio.

La legge dovrebbe essere uguale per tutti per cui cos’ha fatto il Maggiore? Si è affidato agli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia per ricorrere al Tar.

Ecco cosa ha deciso il Tar

Il Tar ha dato ragione al militare per cui potrà godere dei permessi della Legge 104 per assistere il familiare colpito da grave disabilità. L’Amministrazione, infatti, non può negare al lavoratore di fruire di giorni di permesso retribuito, nemmeno per ragioni organizzative.

È un diritto di ogni lavoratore pubblico o privato (e quindi anche di chi ha lo status di militare) ricevere tale beneficio.

Inoltre i due avvocati nella loro tesi accettata dal Tar hanno spiegato che la normativa di riferimento ritiene importante il requisito del “referente unico” per ogni persona disabile e non il principio di continuità ed esclusività dell’assistenza. Significa che il riconoscimento dei permessi mensili retribuiti per la Legge 104 è dato a un solo lavoratore dipendente per l’assistenza della stesso individuo con handicap.

Il Tar ha poi comunicato che l’Amministrazione ha evocato delle esigenze amministrative per il rifiuto senza però chiarire perché i permessi per Legge 104 sono stati ritenuti inconciliabili.

Proprio per tutti questi motivi, la richiesta del Maggiore è stata accettata e il Ministero della Difesa è stato condannato anche a sostenere le spese di giudizio di 1500 euro nonché quelle generali e il contributo unificato.

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