Ieri sera è andato in onda da Cinecittà lo spettacolo Rai di Roberto Benigni dedicato alla lettura della Costituzione, La più bella del mondo, con particolare riferimento ai 12 principi fondamentali in essa contenuti. Alla vigilia del 65simo anniversario dalla promulgazione della Costituzione italiana, l’attore toscano riesce a rendere quanto mai attuale questo testo facendocelo apprezzare nel suo significato radicale. E se parla Benigni si fa presto a fare show: coinvolge milioni di italiani facendoli ridere ed emozionare. E anche un testo per molti ostico viene apprezzato per la potenza dei suoi contenuti: c’era riuscito con La Divina Commedia di Dante, ieri ha alzato la posta.

Chi di noi, prima di ieri sera, avrebbe definito con tanto amore la Costituzione come La più bella del mondo?  

Il ritorno di Berlusconi: un film horror che si ripete

Prima di addentrarsi nella lettura del testo Benigni veste i panni di comico salutando Berlusconi e commentando la sua ricandidatura. “Si e’ ripresentato, Signore pieta’… Si e’ presentato per la sesta volta. La settima si riposa, la prossima non ci sara’…”. Volendo dare una spiegazione al comportamento dell’ex premier Benigni cita la sua sindrome: “Silvio soffre della Sacra Sindrome… una cosa gravissima” e poi fa la sua diagnosi tirando in ballo la sindrome di Stendhal, riferendosi ai crolli dell’epoca Bondi e alla vicenda della casa a ridosso del Colosseo che ha coinvolto il ministro Claudio Scajola, riferendosi in questo caso alla vicenda di cui lo stesso Scajola ha sempre sostenuto di non sapere nulla.  

La lezione sulla Costituzione: Benigni spiega i 12 principi fondamentali

Dopo l’ironia si passa alla lezione seria. Benigni spiega subito che il nemico più grande di un testo così bello è l’indifferenza. “Non avere interesse per la politica e’ come dire di non avere interesse per la vita“.

E nella lettura dei principi fondamentali Benigni rende omaggio ad uno degli autori di alcuni passaggi fondamentali della nostra Costituzione che all’epoca aveva appena 29 anni, Aldo Moro. Una lettura, quella di Benigni, sempre attuale, in cui il principio di uguaglianza serve a commentare in maniera critica ad esempio le condizioni in cui i detenuti sono costretti a vivere nelle carceri sopraffollate. Viene da chiedersi perché i politici non sappiano parlare così ai cittadini. Non c’è da stupirsi che sia proprio Beppe Grillo, che nasce come comico, a saper muovere le masse.   [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=_6bCjwSascQ[/youtube]