È successo un po’ di tutto dopo la pubblicazione della graduatoria, tanto che è stato necessario esporre ricorso per i test di medicina 2023 alla procura del TAR del Lazio. Lo studio legale Leone-Fell & C ha ravvisato una serie di irregolarità come violazioni del bando, quiz ripetuti tra le varie sessioni, equalizzazione errata, ma soprattutto banca dati diffusa sul web. In pratica, su Telegram erano apparse le domande del test. Sulla faccenda ora è il MUR che vuole vederci chiaro e chiede chiarimenti al CISIA.

Una serie di irregolarità quasi inspiegabili

Tra le controversie più sconcertanti riguardo il ricorso ai test di medicina 2023, c’è quello relativo alle domande finite in anticipo sui gruppi Telegram. Lo studio legale in questione ha scoperto che le domande di aprile erano le stesse di luglio. Ciò significa che nel mese di aprile sono state raccolte tutte le domande e vendute sul web finendo poi condivise sul noto social di messaggistica istantanea. Dalle prime indagini effettuate dallo stesso studio legale, si è appurato che nei gruppi Telegram in questione erano presenti anche dipendenti del CISIA, i quali avrebbero invece dovuto controllare il corretto svolgimento delle attività nei suddetti gruppi. In men che non si dica, invece, la situazione è andata completamente fuori controllo scatenando il caos e il disappunto dei candidati.

Tali domande sono state quindi vendute anche per pochi euro su Telegram, ma non è questo l’unico problema riscontrato dalle indagini. Lo studio legale ha infatti rilasciato un post sulla sua pagina social nel quale scrive:

“Bisogna considerare che molte scuole di preparazione ai test di ammissione, beneficiando di un gran numero di iscritti, hanno accumulato dai propri membri una vasta quantità di quesiti e hanno persino organizzato apposite lezioni mirate alla spiegazione delle domande già note”.

A questo punto è lo stesso MUR che vuole vederci chiaro e appurare la responsabilità di queste irregolarità.

Ricorso test medicina, interviene il MUR

Sul suo sito ufficiale il MUR ha rilasciato un comunicato nel quale prende atto di quanto accaduto e assicura che verrà fatta chiarezza:

“In riferimento alle indiscrezioni apparse su alcuni organi di informazione riguardanti i nuovi test di accesso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, i cosiddetti Tolc, e alle richieste giunte dal Parlamento, il Ministero dell’Università e della Ricerca chiederà a Cisia, il Consorzio che si occupa della gestione dei test, ulteriori rassicurazioni e chiarimenti sul regolare svolgimento delle prove di ingresso”.

Ma cosa succede ora dopo il ricorso per i test di medicina 2023? C’è davvero il rischio che tali test vengano ripetuti, provocando quindi anche uno slittamento nell’inizio dei corsi per il nuovo anno accademico? Anche il CISIA vuole fare chiarezza e approfondire la questione. L’associazione ricorda qual è il suo compito e, oltre a rispedire al mittente alcune accuse, precisa che i punteggi equalizzati sono stati attribuiti seguendo quanto stabilito dagli atti ministeriali.

“Per i TOLC-MED e VET le misure di sicurezza e protezione dei dati, incluso il sistema di erogazione, sono tali da garantire ai massimi livelli l’integrità del database delle domande, a tal proposito il Consorzio ha già avuto modo di smentire alcune illazioni prive di fondamento circolate a inizio estate. Da sempre CISIA effettua il monitoraggio dei canali social con lo scopo primario di migliorare i livelli di assistenza. In alcuni casi il Consorzio è intervenuto presso i moderatori ricordando i termini dei regolamenti TOLC. Infine, è utile richiamare che i punteggi equalizzati dei TOLC-MED e VET sono stati attribuiti nel pieno rispetto di quanto stabilito dagli atti ministeriali. CISIA è a disposizione delle Istituzioni per ogni approfondimento si dovesse rendere necessario.”

In sintesi…

  • le domande dei test di medicina finiscono in vendita su Telegram;
  • il MUR vuole vederci chiaro dopo l’azione dello studio legale che ha presentato ricorso al TAR del Lazio;
  • il CISIA precisa che intende collaborare con l’inchiesta, ma rifiuta illazioni su un suo possibile coinvolgimento sulle irregolarità.