“Conosco un bambino così povero che non ha mai veduto il mare: a Ferragosto lo vado a prendere in treno a Ostia lo voglio portare. “Ecco, guarda, gli dirò questo è il mare, pigliane un po’!”. Col suo secchiello, fra tanta gente, potrà rubarne poco o niente: ma con gli occhi che sbarrerà il mare intero si prenderà“, scriveva Gianni Rodari. Ferragosto è uno dei giorni più attesi dell’estate.

Quasi tutti i lavoratori sono in ferie e possono trascorrere dei momenti all’insegna del relax e del divertimento in compagnia delle persone loro care.

Ma non solo, il 15 agosto segna anche l’approssimarsi della fine dell’estate. Ferragosto 2023, inoltre, segnerà un importante spartiacque per diversi percettori del reddito di cittadinanza che si chi chiedono cosa avverrà nel corso dei prossimi mesi. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Reddito di cittadinanza, cosa succede dopo Ferragosto?

Ben 169 mila famiglie beneficiare del sussidio targato Movimento 5 Stelle hanno ricevuto un messaggio da parte dell’Inps attraverso cui sono state informate di non aver più diritto a tale misura a partire dall’ottavo mese dell’anno in corso. Una comunicazione che ha, inevitabilmente, un impatto non indifferente sulle vite dei soggetti interessati. Ovvero ad essere coinvolte da tale taglio sono le persone con un’età compresa tra i 18 anni e i 59 anni che sono in grado di lavorare. Quest’ultimi, però, non devono dare tutto per perso.

A partire dal mese di settembre 2023, infatti, potranno accedere ad una nuova misura che prende il nome di Supporto per la formazione e il lavoro. Come previsto dall’articolo 12 del decreto legge numero 48 del 4 maggio 2023:

“Al fine di favorire l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa, è istituito, dal 1° settembre 2023, il Supporto per la formazione e il lavoro quale misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate”.

Per usufruire di tale misura, dall’importo pari a 350 euro mensili, è necessario che le famiglie interessate presentino un Isee inferiore a sei mila euro annui e che non presentino i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione.

L’Assegno di inclusione prenderà il posto del reddito di cittadinanza

Ma cos’è l’assegno di inclusione e da quando verrà erogato? Ebbene, bisogna sapere che non tutti i percettori dovranno dire addio al reddito di cittadinanza nel 2023. I nuclei famigliari che presentano minori, disabili, persone con un’età superiore a 60 anni o prese in carico dai servizi sociali, infatti, si vedranno erogare il reddito di cittadinanza fino a dicembre. A partire da gennaio 2024, invece, avranno diritto all’assegno di inclusione. Quest’ultimo verrà corrisposto purché le famiglie interessate presentino un Isee non superiore a 9.360 euro e reddito familiare inferiore a sei mila euro. Questo limite deve essere moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza e pertanto può risultare più alto.

L’importo di tale sussidio sarà mediamente di 500 euro al mese. A questo, molto probabilmente, si andrà ad aggiungere un eventuale contributo per l’affitto fino a 280 euro mensili. In presenza di famiglie con componenti aventi tutti un’età pari almeno a 67 anni o 67enni e disabili, l’importo del contributo aumenterà fino a 630 euro al mese. In quest’ultimo caso l’integrazione per l’affitto scende fino a 150 euro.