Non sono due personaggi di un romanzo fantasy, ma i due nuovi termini per indicare i sostegni che vanno a sostituire il reddito di cittadinanza. Stiamo parlando di Pal e Gal, ovvero le nuove soluzioni che il Governo Meloni ha adottato per dare sostegno ai disoccupati. Vediamo quali sono le novità che presto verranno introdotte.

Reddito di cittadinanza, si cambia formula

Niente abolizione, ma profondo restyling, al fine di eliminare, come promesso, un’assistenza probabilmente controproducente e introdurre una nuova formula che renda i disoccupati più attivi nell’attività produttiva del paese.

In realtà, benché c’è chi vuole vedere in questa nuova pianificazione una sostituzione solo a parole e non a fatti, il concetto viene notevolmente trasformato. Se il reddito di cittadinanza, infatti, indica un sostegno inalienabile per tutti i cittadini che sono sprovvisti di lavoro, in quanto appunto cittadini del paese, ora le cose cambiano e con Pal e Gal si intende offrire invece un sostegno per tamponare nei momenti di difficoltà.

L’obiettivo comunque è chiaro: assistere chi non ha introiti economici e favorirne l’assunzione inserendolo in nuovi progetti lavorativi. La missione del centrodestra era chiara da tempo, offrire lavoro e non uno stipendio perenne, cosa che invece il reddito di cittadinanza è diventato. Il motivo, probabilmente, è proprio nell’equivoco relativo al concetto. Per reddito di cittadinanza intendiamo un sostegno momentaneo per chi è senza lavoro, oppure un reddito in quanto cittadino? Il termine stesso dovrebbe far propendere verso questa seconda ipotesi. È innegabile, però, che anche nelle intenzioni di chi lo aveva lanciato qualche anno fa si intendesse la prima affermazione.

Il piano per la riforma del lavoro

Una vera e propria riforma del lavoro, quindi, e non soltanto un restyling del reddito di cittadinanza. Il Governo Meloni ha già tracciato quelli che saranno i quattro step per arrivare alla riformulazione del sostegno:

  • Garanzia per l’inclusione;
  • prestazioni di accompagnamento al lavoro;
  • garanzia per l’attivazione lavorativa;
  • Incentivi alle aziende.

Inclusione, parola ormai abusata, in questo caso vuole intendere il contributo che verrà offerto ai nuclei familiari con all’interno un componente over 60, un disabile o dei minori.

Il contributo partirà da 500 euro al mese, ma a seconda dei componenti del nucleo potrebbe arrivare fino a 1150 euro. Per Pal si intende invece l’accompagnamento al lavoro e potranno richiederlo i precettori di reddito di cittadinanza al fine di iniziare un nuovo percorso lavorativo. Consiste in un sostegno di 350 euro al mese. Abbiamo poi il Gal (garanzia attivazione lavoro) 350 euro per la fascia dai 18 ai 59 anni con ISEE inferiore ai 6000 euro.

Il quarto pilastro prevede infine incentivi per le aziende, conditio sine qua non per avviare i piani di lavoro e integrare i disoccupati al fine di smettere quelle che sono le nuove formulazioni del reddito di cittadinanza. Non mancheranno controlli più stringenti vero i precettori, oltre che specifiche sanzioni penali per chi dichiara il falso. Insomma, il pugno di ferro del centrodestra sta per entrare in azione e le nuove direttive hanno già portato i loro frutti, visto che da inizio anno le richieste di reddito di cittadinanza sono crollate.