La crisi post pandemia e la transizione tecnologica sono due elementi chiave per la definizione delle professioni del futuro. Ernst&Young, ManpowerGroup e Pearson hanno condotto l’indagine “Professioni 2030: il futuro delle competenze in Italia”, con l’obiettivo di rispondere a un importante quesito: come cambierà il lavoro nei prossimi dieci anni?

Conterà molto la formazione

A questo proposito, i processi di obsolescenza di mansioni e competenze subiranno un’accelerazione a causa dei nuovi sviluppi provenienti dal settore tech, con i lavoratori (e le aziende) chiamate a misurarsi con i processi di iperconnessione e digitalizzazione.

Da una parte giocheranno un ruolo fondamentale gli aggiornamenti professionali dei dipendenti, dall’altra parte i giovani che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro dovranno ricevere una formazione adeguata.

Professioni del futuro: i trend da qui al 2030

La ricerca “Professioni 2030: il futuro delle competenze in Italia” prevede che l’80% delle professioni attuali in Italia cambierà nei prossimi dieci anni. Sempre stando ai risultati dell’indagine, il 50% dei lavori in crescita sarà legato al settore tecnologico, mentre il restante 50% sarà collegato a cultura, formazione, insegnamento, servizi di cura e comunicazione. Il segno meno si registrerà nei settori dell’agricoltura e dell’industria, mentre la crescita dell’occupazione si concentrerà in prevalenza nel settore terziario dei servizi alle persone e alle imprese.

Ecco, nel dettaglio, quali sono le nuove professioni che nel prossimo decennio occuperanno un posto stabile nel nostro Paese:

tecnico delle macchine a guida autonoma
human-machine teaming manager
esperti delle applicazioni Iot in agricoltura
specialisti delle interfacce umane
progettista di visite ed eventi virtuali
addetti all’integrazione con i robot assemblatori

Lo studio ha inoltre individuato le professioni soggette a ibridazione:

esperti legali in imprese
addetti all’assistenza personale
personale non qualificato addetto ai servizi di custodia di impianti
giornalisti

Quelle a basso indice d’ibridazione, le professioni cioè che manterranno da qui al 2030 le proprie competenze inalterate, sono:

psicologi clinici e psicoterapeuti
notai
avvocati
dentisti e odontostomatologi
architetti.

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