Se c’è una cosa che accomuna i principali partiti (eccetto il M5S) in vista delle elezioni politiche del 25 settembre è la volontà manifesta di cambiare il reddito di cittadinanza. Con un distinguo però importante: le proposte delle forze politiche sono tutte diverse tra loro. Già guardando ad altri temi come pensioni e misure contro l’inflazione, si nota come spesso le posizioni siano nettamente diverse. Cerchiamo quindi di capirci qualcosa di più, riportando in questo articolo quanto scritto nero su bianco dai partiti nei loro programmi.

Come cambia il reddito di cittadinanza a seconda di questo o quell’altro partito in vista delle Elezioni del 25 settembre

Terzo Polo

Carlo Calenda, il leader di Azione e Italia Viva (il cosiddetto Terzo Polo), ha dichiarato di voler dare il reddito di cittadinanza soltanto a chi non può lavorare. Cambio di passo anche sul fronte dei rifiuti: dopo il primo no a un’offerta “congrua”, l’assegno del reddito di cittadinanza viene automaticamente ritirato. Nel caso invece dopo due anni si sia ancora senza lavoro, l’importo dell’assegno viene decurtato di un terzo. Contestualmente il beneficiario del RdC viene “preso in carico dai servizi sociali del Comune”.

Fratelli d’Italia

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e premier in pectore, ha spiegato che è sua intenzione lasciare il reddito di cittadinanza soltanto agli over 60, alle famiglie senza reddito con minori a carico e ai disabili. Dunque, una posizione davvero netta rispetto al modello attuale.

Lega

Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega, ha assunto una posizione a metà strada tra la Meloni e Calenda. Tradotto: reddito di cittadinanza solo a chi non può lavorare e perdita immediata del beneficio dopo il primo no.

Reddito di cittadinanza, misura che non funziona per Forza Italia

Forza Italia

Il partito di Silvio Berlusconi fa un’analisi diversa.

Posto che il reddito di cittadinanza è una misura che non funziona, i forzisti intendono riformare profondamente la politica di sostegno ai deboli. L’idea è di “superare” la stagione del RdC, e con i soldi risparmiati – tra i 7 e 8 miliardi di euro – rimpinguare gli assegni previdenziali agli over 80.

Partito democratico

Enrico Letta, segretario del Partito democratico, non demonizza il reddito di cittadinanza come i suoi avversari politici, ma sottolinea la necessità di cambiare qualcosa. In particolare, i dem puntano a ricalibrare il RdC sulla base dei criteri di assegnazione: riduzione degli anni di residenza in Italia (ad oggi sono richiesti 10 anni), possibilità di conservare una parte del reddito di cittadinanza anche dopo aver trovato un’occupazione, maggiori aperture alle famiglie più numerose con minori a carico.