Arrivano i chiarimenti Inps in merito alle pensioni 2023. Sono state fornite più nel dettaglio delle indicazioni sulle misure previste dalla prima legge di Bilancio del Governo Meloni. Dalla cosiddetta Quota 103 fino ad arrivare a Opzione Donna nonché alle perequazioni e alle rivalutazioni.

Le ultime news ci comunicano inoltre che il ministro del Lavoro sarebbe pronto, entro l’estate, a varare una riforma complessiva delle pensioni. L’obiettivo è quello di razionalizzare, semplificare ed evitare che ogni anno vi siano degli interventi in manovra per superare quello che viene definito lo “scalone Fornero”.

Elvira Calderone ha spiegato in Senato che è necessario revisionare il sistema pensionistico “nel segno della solidarietà e della sostenibilità per le future generazioni”.

Pensioni 2023: chiarimenti Inps su Quota 103 e Opzione Donna

Quest’anno in via sperimentale si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi che il lavoratore potrà maturare entro il 31 dicembre del 2023 (Quota 103). Il trattamento pensionistico, quindi, potrà essere erogato entro un tetto di importo lordo mensile non superiore a cinque volte il trattamento minimo previsto dalla legge che è in vigore. Parliamo di 2818,65 euro lordi al mese. Ciò in relazione alle mensilità di anticipo rispetto ai requisiti ordinati che sono previsti dalla legge Fornero per accedere alla pensione di vecchiaia.

La manovra inoltre ha riproposto Opzione Donna ma con requisiti diversi. In pensione le donne senza figli potranno andare a 60 anni, quelle con un figlio a 59 anni e quelle con 2 o più figli a 58 anni. Per accedere a questa opzione, però, le lavoratrici dovranno trovarsi in alcune determinate condizioni. Dovranno assistere (al momento della richiesta) da almeno 6 mesi un parente/affine o coniuge con handicap in una situazione grave. Potranno poi accedere a Opzione Donna le donne che hanno un’invalidità civile non sotto il 74% e quelle licenziate o dipendenti di imprese che sono in crisi e per le quali si è aperto un tavolo di confronto.

Per queste ultime si applica il requisito anagrafico di 58 anni.

Perequazioni

Le perequazioni (rivalutazioni per l’inflazione) per le pensioni 2023 in termini percentuali sono del 100% per importi fino a quattro volte il trattamento minimo. Dell’85% per importi fino a cinque volte il trattamento minimo, del 53% per quelli fino a sei volte il trattamento minimo e del 47% per quelle fino a otto volte il trattamento minimo. Infine del 37% per gli importi fino a dieci volte il trattamento minimo e del 32% per importi nel complesso superiori a dieci volte il minimo.

In più è stato deciso un altro piccolo aumento per gli assegni pensionistici/assistenziali che non superano il trattamento minimo. L’aumento da gennaio è dell’1,5% e del 6,4% per coloro che hanno 75 anni o più.

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