Continua la bagarre sulle pensioni al femminile. Il bandolo della matassa ruota attorno a Opzione Donna, ma ancora Governo e opposizione non riescono a trovare un punto di intesa. Anzi, c’è chi addirittura ritiene inaccettabili le modifiche che sono state apportate. A far sentire la propria voce in questa fase è soprattutto l’onorevole Chiara Braga del Partito Democratico.

Il Partito democratico al fianco delle donne sulle pensioni

Il Comitato Opzione donna social continua il suo pressing sulla politica scrivendo gli onorevoli al fine di ottenere  nuovi vantaggi per le pensioni.

Lo scopo è quello di ripristinare i requisiti e tornare quindi a prima della modifica. Tra coloro che sono stati contattati dal comitato c’è anche la deputata Braga del PD, la quale ha accettato il confronto e promette di far sentire la sua voce in parlamento. Ma qual è ad oggi l’idea del PD in merito a Opzione donna? È lo stesso onorevole a spiegarlo nella lettera di risposta offerta al Comitato:

“Nulla di più di quello che ben sappiamo da mesi ma, ovviamente, tenere sempre alta l’attenzione sul fatto inoppugnabile che questa non è opzione donna, e mi riferisco a ciò che oggi troviamo al capito OD nel nostro ordinamento previdenziale, é più che mai necessario. Per entrare più nel dettaglio sulla questione “Opzione Donna”: la miopia del Governo Meloni nel modificare “Opzione Donna” e la conseguente riduzione delle risorse stanziate per sostenere tale misura sono chiare: da 110 milioni di euro a poco più di 20 nell’ultima manovra di bilancio”.

Braga punta immediatamente il dito contro il Governo Meloni, in perfetta linea con quanto fatto già dal leader di partito. La Schlein ha infatti già più volte attaccato la Meloni proprio su questo punto, e in generale sulla linea politica adottata dal governo anche su altre manovre. Sottolinea il tutto però con un’evidenza non da poco, ossia la riduzione drastica dei fondi pensioni per Opzione Donna, appunto da 110 milioni a 20 mila euro.

Opzione donna, si va verso lo scontro

La linea del PD è chiara, tornare alla situazione pre-modifica e nel passo che stiamo per citare della Braga tale intenzione è più che palese:

“Si tratta di un passo indietro inaccettabile che colpisce le donne a dispetto della propaganda di chi vorrebbe difenderle… Sappia che ci siamo opposti con forza sia in Parlamento che nella società alla modifica e nei prossimi provvedimenti all’esame del Parlamento saremo a fianco delle donne e delle forze sociali e sindacali con le quali condividiamo la battaglia per il ripristino delle condizioni pre-modifica”.

Ma cosa intende fare precisamente il PD in merito e quali sono le mosse specifiche in merito alla questione? Il PD ha già presentato nuove proposte di legge per l’indennità del caregiver familiare. Ancora una volta, la risposta arriva dalla lettera della Braga:

“Ci siamo opposti con forza sia in Parlamento che nella società alla modifica e nei prossimi provvedimenti all’esame del Parlamento saremo a fianco delle donne e delle forze sociali e sindacali con le quali condividiamo la battaglia per il ripristino delle condizioni pre-modifica. Inoltre, altre proposte di legge sono state presentate dai colleghi del Partito Democratico per l’indennità del caregiver familiare, nonché – ad esempio – a sostegno delle donne con disabilità nel nucleo familiare”.

La speranza dunque è che il Governo possa rivedere la sua posizione ripristinando i precedenti requisiti, o in alternativa decida di rivedere completamente i fondi messi a disposizione, poiché con 20 mila euro sembra davvero impossibile andare ad effettuare una modifica soddisfacente.

Riassumendo…

  • nuove polemiche su Opzione Donna, stavolta il PD si schiera al fianco delle lavoratrici e chiede il ripristino dei precedenti requisiti;
  • le modifiche adottate dal Governo risultano inaccettabili per l’opposizione, ma soprattutto per le dirette interessate;
  • in special modo, si punta il dito sui fondi, ridotti da 110 milioni di euro a soli 20 mila euro.