Secondo un team tedesco della Heidelberg University la dipendenza da smartphone può ridurre la capacità del cervello quanto la dipendenza da droghe.

Le conseguenze della nomofobia

Si chiama nomofobia e si tratta di una sindrome in cui chi ne è affetto è dipendente dallo smartphone. I ricercatori hanno scoperto, tramite una risonanza effettuata su persone affette da questo disturbo, che chi ne soffre ha ridotte capacità cerebrali. In sostanza, la nomofobia sarebbe grave quanto la dipendenza da stupefacenti o meglio avrebbe lo stesso potere sul cervello.

Gli studiosi analizzando tramite risonanza il cervello delle persone che soffrono della dipendenza da cellulare hanno scoperto che la materia grigia era diversa sia per forma che per dimensioni. Usare in maniera spropositata gli smartphone avrebbe quindi un ruolo negativo nel ridurre le materia grigia proprio come i soggetti che fanno uso di droghe come cocaina. Al momento non si sa in che termini e per quanto tempo questo sia possibile, servono quindi altri studi per poter dimostrare tali dati.

Che co’è la nomofobia

Di fatto la nomofobia è il bisogno eccessivo di usare il cellulare come una vera forma di dipendenza. Simile alla nomofobia è il vamping, abitudine degli adolescenti a restare attaccati al cellulare fino a notte e il phubbing, che addirittura può mettere in crisi le relazioni. Ad essere maggiormente colpiti dalla nomofobia sono giovani dai 18 ai 24 e dai 25 ai 34, senza distinzione di sesso. Il “no mobile phone phobia” è un vero e proprio senso di angoscia che si prova nel momento in cui lo smartphone non è con noi o quando è scarico e non possiamo usarlo o manca la connessione. La sua mancanza provoca un vero senso di angoscia e in pratica chi ne soffre vive attaccato al telefono, controllando di continuo notifiche, messaggi e social, una fobia che spesso va a braccetto con l’Internet Addiction Disorder (IAD), l’uso compulsivo di internet.

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