Negli ultimi giorni si è tornati a parlare del metodo di Bella, una multi-terapia promossa dal medico Luigi Di Bella che assicurava di curare il cancro. Il medico è morto nel 2003 ma per anni si è discusso a fondo sulla fondatezza di queste cure. La questione è tornata alla ribalta pochi giorni fa, quando Gazzetta di Modena aveva pubblicato un articolo, poi rettificato, in cui si affermava che l’Asl di Teramo aveva autorizzato le cure col metodo Di Bella. In seguito, sia il quotidiano Gazzetta di Modena, sia l’Asl (Ausl 4) hanno stabilito che non ci sia stata alcuna autorizzazione legata alle cure Di Bella.

Cosa è successo

La questione era nata alcuni giorni fa, quando il giornale modenese aveva presentato un articolo in cui raccontava di aver ricevuto una missiva da parte di Giuseppe Di Bella, il figlio del medico scomparso. Nella email il medico aveva esposto il caso di un uomo abruzzese malato di tumore al cervello e migliorato dopo essersi prestato alle cure tradizionali (radioterapia, chemio e intervento) e anche al metodo Di Bella. Nella email, secondo quanto si apprende, si affermava che il metodo Di Bella sarebbe stato approvato e accettato da un centro legato all’Asl di Teramo. Dopo poche ore, però, è arrivata la smentita dell’Asl, la quale ha fermamente negato di aver mai autorizzato i pazienti ad avvalersi del metodo Di Bella. Lo stesso Giuseppe Di Bella ha, in seguito, contattato Wired affermando di non aver mai scritto al quotidiano di Modena che l’Asl di Teramo avesse autorizzato il trattamento ma, di aver “comprovato dati clinici ben più rilevanti refertati su carta intestata dell’Asl di Teramo da un oncologo dipendente dell’Asl di Teramo di pazienti in cura presso l’Asl 4 di Teramo”.

La questione ha innalzato un vero e proprio polverone in merito, che ha determinato la smentita da parte dell’Azienda Sanitaria e la rettifica da parte del quotidiano modenese, notizia che sarebbe stata anche smascherata dal sito Butac.

Nello smentire tutta la faccenda l’Asl ha dichiarato che dopo l’uscita della notizia molti familiari di malati di cancro hanno contattato l’Azienda Sanitaria chiedendo come mai non fossero stati invitati anche loro ad usufruire della terapia Di Bella.

E se le notizie degli ultimi giorni sembrano andare verso l’infondatezza delle cure, come era già accaduto anni fa, bisogna sottolineare che già in passato si è ampiamente discusso sull’efficacia delle stesse. Sul blog Scienzaeconoscenza, ad esempio, si parla di una casistica riferita a malati guariti presumibilmente grazie alle cure Di Bella: “Relazioni sul Metodo Di Bella– si legge- censurate in Italia, sono oggi richieste, presentate e pubblicate agli atti di congressi mondiali, la terapia non è tossica, è domiciliare, e con costi minimi rispetto alle terapie oncologiche”.

E come non possiamo ripensare alle parole di Umberto Veronesi, che fu chiamato a giudicare gli effetti della terapia Di Bella e riferendosi anche al discusso metodo stamina pronunciò alcune parole molto significative: “Ognuno quindi ha il diritto di cercare la guarigione dalla malattia attraverso ogni via, anche andando a cercare un farmaco derivato dal veleno dello scorpione di Cuba, oppure intraprendendo cammini metafisici in qualsiasi angolo del mondo”.