Oggi, 18 ottobre, si celebra la Giornata mondiale della Menopausa e il tema delle terapie ormonali sostitutive torna in auge, soprattutto in merito ai possibili rischi connessi a queste terapie a base di estrogeni in grado di aiutare la donna a vivere meglio questo passaggio della propria vita, che molto spesso porta con sé anche alcuni effetti collaterali.
Effetti collaterali delle terapie smentite?
Più che degli effetti benefici delle cure di estrogeni abbinati con progesterone per alleviare i sintomi della menopausa, come sudorazione e vampate, si è più volte discusso in merito ai rischi: ictus, tumori al seno e all’endometrio, trombosi e via dicendo.
Chi deve ricorrere alla terapia e chi no
Interessante anche il monito per chi deve effettivamente ricorrere alla cura ormonale sostitutiva. Non tutte le donne che entrano in menopausa ne hanno bisogno ma soltanto in caso di presenza di alcuni sintomi gravi come dolori muscolari diffusi, atrofia urogenitale etc. In alcuni casi la terapia è altamente sconsigliata, è il caso di donne colpite da tumore al seno o all’endometrio, sofferenti di cardiopatia ischemica, familiarità per il tumore al seno, di fibromi uterini o problemi metabolici come l’obesità.
A tal proposito si è espresso Annibale Volpe, ordinario di ginecologia all’Università di Modena e Reggio Emilia: “La terapia ormonale va consigliata solamente in presenza di una chiara indicazione che tenga in considerazione di sintomi specifici, nelle donne che assumono la terapia ormonale entro dieci anni dall’inizio della menopausa, ci sarebbe una riduzione dei processi di calcificazione delle arterie coronariche, la terapia deve essere somministrata per il tempo necessario che coincide con la manifestazione sintomatologica”.
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