L’editoriale di Marco Travaglio, su Il Fatto Quotidiano, anche oggi ha come protagonista Silvio Berlusconi, e ripercorre in qualche modo la sua storia di evasore in una escalation di ispezioni, mazzette e arresti (mai suoi, ovviamente). Il titolo dell’editoriale è “Da Craxy a Mills, storia dell’evasore-costruttore” e nel sottotitolo si spiega “Un impero fondato sui fondi neri. La carriera del caimano che dopo aver pagato politici, giudici e finanzieri, ha cambiato le leggi a suo favore”. Non lascia dubbi lo scritto di Travaglio sul contenuto del suo testo in cui il giornalista afferma che a stupire non dovrebbe essere la condanna dei giorni scorsi ma il fatto che, conoscendo il suo curriculum, sia riuscito a non essere condannato fino ad ora.

 

La prima volta della Guardia di Finanza

Travaglio ripercorre la storia berlusconiana a partire dal lontano 1079, quando la Guardia di Finanza, sospettando di irregolarità tributarie, inspeziona l’Edilnord che sta realizzando Milano 2. ” La prima visita. Il 12 novembre 1979 una squadretta della Guardia di Finanza ispeziona l’Edilnord Centri Residenziali Sas che sta realizzando a Segrate la città-satellite di Milano 2sospettata di varie irregolarità tributarie. Nel cantiere, con alcuni operai, c’è un omino spelacchiato e imbrillantinato che si presenta come “semplice consulente” della società. È Silvio Berlusconi, il proprietario, iscritto da un anno alla loggia deviata P 2. I finanzieri vogliono sapere perché abbia prestato fideiussioni personali in favore di Edilnord e Sogeat, società il cui capitale è ufficialmente controllato da misteriosi soci svizzeri. Ma lui fa lo gnorri e mette a verbale: “Ho svolto un ruolo molto importante nei confronti dell’Edilnord Centri Residenziali e della Società generale attrezzature Sas, perché entrambe mi hanno fin dall’inizio affidato l’incarico professionale della progettazione e della direzione del complesso residenziale Milano 2”. “ racconta Travaglio proseguendo poi nel suo racconto e concentrando la sua attenzione sul maggiore Massimo Maria Berruti, che dopo aver archiviato l’ispezione si dimette dalle Fiamme Gialle e inizia a lavorare per Fininvest “Anziché ridergli in faccia e approfondire le indagini, il maggiore Massimo Maria Berruti che guida la squadra si beve tutto, chiude l’ispezione in meno di un mese, nonostante le anomalie finanziarie riscontrate e archivia tutto con una relazione rose e fiori. Poi, il 12 marzo 1980, si dimette dalle Fiamme Gialle. Per qualche mese lavora per l’avvocato d’affari Alessandro Carnelutti, titolare a Milano di un importante studio legale con sedi a New York e Londra, dove si appoggia all’avvocato inglese David Mackenzie Mills. Poi Berruti inizia a lavorare per il gruppo Fininvest, specializzandosi in operazioni finanziarie estere e in contratti per i calciatori stranieri del Milan. Gli altri due graduati che erano con lui nel blitz del ’ 79 sono il colonnello Salvatore Gallo e il capitano Alberto Corrado. Il nome di Gallo verrà trovato nelle liste della loggia P 2. Corrado verrà arrestato nel ’ 94 e poi condannato con Berruti per i depistaggi nell’inchiesta sulle mazzette Fininvest. Versate a chi? Alla Guardia di finanza, naturalmente. San Bettino vede e provvede.”.  

Lettera a Craxy

La lettera a Craxy è del 1980, quando Berlusconi è intimorito dalla possibilità che la Finanza torni a controllarlo “Nel 1980 Berlusconi rischia di ritrovarsi un’altra volta la Finanza in casa. Allarmatissimo, scrive una lettera al-l’amico Bettino Craxi, leader del Psi che sostiene il governo Cossiga: “Caro Bettino, come ti ho accennato verbalmente, Radio Fante ha annunciato che dopo la visita a Torino, Guffanti e Ca-bassi, la Polizia tributaria si interesserà a me… Ti ringrazio per quello che crederai sia giusto fare” (lettera pubblicata dal fotografo di Craxi, Umberto Cicconi, in Segreti e misfatti, Roma 2005).”.

Con Craxy ad Hammamet, Berlusconi deve proteggersi da solo, e quindi inizia  a modellare le leggi a suo comodo, iniziando con il tristemente famoso decreto Biondi “Quando il pool Mani Pulite ha pronta la richiesta di cattura per Sciascia e Paolo, il governo di Silvio vieta la manette per corruzione col decreto Biondi. È il 14 luglio ’ 94. L’Italia si ribella, Bossi e Fini si defilano, B. è costretto a ritirare il decreto a furor di popolo, così finiscono dentro Sciascia, Paolo, Corrado e Berruti. Il quale, si scopre, prima di orchestrare il depistaggio è volato a Roma per incontrare il premier a Palazzo Chigi. La prova che ha fatto tutto Silvio, non Paolo. Di qui l’invito a comparire durante la conferenza Onu di Napoli e poi il processo. Primo grado: condannati Silvio e Sciascia, assolto Paolo. Appello: prescritto Silvio, condannato Sciascia. Cassazione: condannato Sciascia, assolto per insufficienza di prove Silvio, perché potrebbe essere stato Paolo, che però non può essere riprocessato una volta assolto.”.  

La testimonianza di Mills: mente ai giudici per 600mila dollari

Sulla colpevolezza di Berlusconi testimonia Mills, ma la sua testimonianza non è attendibile visto che è stato corrotto e per soldi salva il Cavaliere La prova contro Silvio potrebbe, anzi dovrebbe fornirla Mills, sentito come testimone al processo: purtroppo è stato corrotto con 600 mila dollari e mente ai giudici, salvando il Cavaliere. 9 processi aboliti per legge Ma le tangenti c’erano, e quello che il gruppo Berlusconi ha da nascondere alla Guardia di Finanza è più che evidente. Lo dimostra la miriade di processi nati da quei fondi neri negli anni 90, quando i giudici e i finanzieri corrotti iniziano a scarseggiare. Non potendoli neutralizzare a monte a suon di mazzette, B. li cancella a valle con una raffica di leggi ad personam: falso in bilancio, condoni fiscali ed ex Cirielli. Risultato: 2 processi fulminati perché il reato non c’è più, cancellato dall’imputato (All Iberian-2 e Sme-2) e 8 caduti in prescrizione.”  

Gli altri processi

Marco Travaglio dopo aver ripercorso tutti gli altri processi pendenti sul capo di Silvio, si chiede cosa c’entri tutto questo con la politica, una politica tra l’altro definita debole “L’ultimo, per il semplice decorrere del tempo, sulla divulgazione dell’intercettazione della telefonata segreta e rubata tra Fassino e Consorte. Gli altri 7: corruzione del giudice Metta per la sentenza Mondadori e caso All Iberian-1 per i 23 miliardi a Craxi (prescritti grazie alle attenuanti generiche); falsi in bilancio Fininvest anni 90; altri falsi in bilancio per i 1550 miliardi di lire di fondi neri sottratti al consolidato col sistema All Iberian; fondi neri nel passaggio del calciatore Lentini dal Torino al Milan; corruzione giudiziaria del teste Mills (prescritti grazie al-l’ex Cirielli); appropriazioni indebite e i falsi in bilancio e la gran parte delle frodi fiscali sui diritti Mediaset (prescritti grazie al combinato disposto della legge sul falso in bilancio e all’ex Cirielli). I reati superstiti, e cioè le frodi fiscali del 2002 e 2003, per un totale di 7 milioni di euro (su un totale di 360 milioni di dollari, ormai evaporati), sono miracolosamente giunti in Cassazione per la sentenza definitiva del 1 ° agosto prima della solita falcidie. Sarebbe questo il sintomo di una politica debole e di una giustizia forte? E che c’entra, con questa fogna, la politica?”