Eccola qui la prima vera bagarre che si scatena tra attori e intelligenza artificiale. Proprio quando lo sciopero di Hollywood è stato interrotto e riprendono i negoziati tra le parti, ecco che scatta il fatto che può far saltare il banco. Il due volte premio Oscar, Tom Hanks, ha denunciato sulla sua pagina social di essere stato clonato da un software di deepfake per uno spot sull’assicurazione dentale, o qualcosa del genere.

Galeotto fu lo spot

La notizia è davvero dell’ultima ora, almeno qui in Italia, e al momento non è chiarissimo lo scopo dello spot.

L’attore ha infatti postato soltanto una foto, nella quale una didascalia informa di stare attenti, poiché quello che appare non è il vero Tom Hanks, ma una sua versione clonata con l’intelligenza artificiale. La star parla di un “dentale plan”, che tradotto significherebbe assicurazione dentale. È probabile che la compagnia che ha utilizzato l’immagine dell’attore per lo spot sia un’azienda che si occupa di fornire assicurazione sanitaria per i denti, una polizza che garantisca la corretta pulizia dell’igiene dentale, o qualcosa di simile. Del resto, sappiamo bene che negli States il sistema sanitario è completamente diverso dal nostro, anche se a onor del vero, anche in Italia esistono cose simili riguardo a nostro cavo orale.

Ad ogni buon conto, la notizia sta facendo il giro del web certamente non per l’azienda in sé, ma per il fatto che l’intelligenza artificiale ha riprodotto le fattezze del famoso interprete hollywoodiano senza chiederne nemmeno il consenso:

“Attenzione. C’e’ un video in giro in cui, con una versione di me prodotta dall’intelligenza artificiale, viene usata per far pubblicità a una assicurazione dentale. E’ tutto falso. Io non c’entro”.

Le parole di Tom Hanks non lasciano dubbi su quanto accaduto e scommettiamo che ora l’attore adirà le vie legali per venire a capo della vicenda.

Intelligenza artificiale, un problema già profetizzato

Il deepfake esiste ormai da anni, ma con l’avanzamento tecnologico si è notevolmente migliorato. Il dilemma è sempre lo stesso: come riconoscere la realtà, ora che abbiamo i mezzi per contraffarla? I filosofi ce lo dicevano da millenni: i sensi ci ingannano e solo la ragione ci può portare alla verità. Ora ne abbiamo la prova concreta, empirica, con la tecnologia. Come riconoscere il vero Tom Hanks? Come faremo a utilizzare video come prove schiaccianti nei tribunali? Insomma, il progresso senza limiti dell’intelligenza artificiale rischia di portarsi con sé tutta una serie di problematiche che difficilmente potranno essere risolte in tempi brevi. Hollywood contro IA è stato il grande tema dei mesi scorsi, con attori e sceneggiatori che hanno protestato contro le major. Naturalmente, anche in quel caso il motivo pregnante erano i guadagni, ma ora che Tom Hanks ha denunciato tale fatto, le cose possono assumere contorni più chiari.

Stavolta non si sta parlando dei prodigi di ChatGBT o delle prodigiose novità di OpenAI, ma di una vera e propria truffa. Il problema è reale e forse è arrivato il momento di regolamentare davvero questa forma di tecnologia, se non altro per vere una sorta di deterrente che sia in grado di scoraggiare i malintenzionati. La cosa migliore però sarebbe quella di creare una tecnologia paritaria che riesca a riconoscere immediatamente e senza ombra di dubbio i video taroccati. Insomma, un antidoto che permetta poi alle persone di scoprire che si è trattato di un fake, e quindi di un semplice gioco. In effetti, il deepfake dovrebbe limitarsi semplicemente a questo: giocare, senza utilizzare il suo potenziale per colpire gli altri. Del resto, il gioco è bello quando dura poco.

I punti chiave…

  • Tom Hanks denuncia sui social di essere stato clonato in uno spot dall’intelligenza artificiale;
  • l’attore afferma di non aver prestato il proprio consenso per l’azienda che ha utilizzato senza permesso la sua immagine;
  • dopo lo sciopero di Hollywood, l’evento rischia di scatenare una nuova polemica.