Anche l’India è finalmente pronta a dire la sua nel mercato dell’intelligenza artificiale. Tutto pronto per l’arrivo di Hanooman, già ribattezzata come la rivale indiana di ChatGPT, la popolare invenzione di OpenAI che ha sdoganato l’AI generativa lo scorso anno.

Cos’è Hanooman?

Hanooman è un modello linguistico di grandi dimensioni, quindi molto simile a ChatGPT, ed è in gradi di svolgere il suo servizio in 11 delle 22 lingue ufficiali presenti nella Repubblica Indiana. Il lancio è fissato per il mese di marzo e il suo scopo è quello di agire su diversi settori come la sanità, la governance e l’istruzione, oltre che ovviamente i servizi finanziari.

Insomma, l’intelligenza artificiale indiana presterà il suo supporto un po’ in tutti i settori del sociale. A guidare l’intero ecosistema c’è il consorzio di ricerca dell’Indian Institute of Technology di Bombay e vanta il supporto di numerose IIT, oltre al Dipartimento della Scienza e della Tecnologia. Inoltre, a supportare il progetto a livello finanziario c’è anche la Reliance Jio, che è uno dei principali operatori telefonici del Paese.

Il suo nome è ispirato alla divinità induista Hanuman, le cui doti sono proprio la grande intelligenza, oltre che la forza. L’AI in questione è stata addestrata (con machine Learning)su 22 lingue indiane ma comprende ben 40 miliardi di parametri vari. I suoi contenuti possono essere creati sia testualmente che per immagini, ma anche tramite voce. Insomma, una versione in tutto e per tutto simile a ChatGPT. L’opzione voce, in particolare modo, risulterà molto probabilmente essere particolarmente gradita per milioni di indiani che non sono in grado di leggere e scrivere. Insomma, benché molti esperti e intellettuali occidentali stiano mettendo il mondo in guardia dai possibili rischi che l’intelligenza artificiale potrà portare, è altrettanto vero che la nuova tecnologia offerta sarà di grande sostegno per molte persone.

Intelligenza artificiale indiana

Come accennavamo poco sopra, i rischi generati dall’intelligenza artificiale non sono da sottovalutare. In primis, c’è quello di rivoluzionare oltre il previsto il mondo del lavoro, e per questo motivo si discute molto in tutti i Paesi di una regolamentazione atta a porre limiti e modus operandi per le varie aziende tech. Anche l’India si è rivelata non insensibile al problema e si attende una regolamentazione dell’AI in questione da parte del Governo verso luglio di quest’anno. Lo scoglio linguistico è una delle grandi sfide che Hanooman si appresta ad affrontare. Come detto, l’India presenta ben 22 lingue diverse sul suo territorio e, benché l’AI sia stata preparata su tutte, è al momento in grado di parlarne solo la metà. In futuro, però, l’obiettivo è quello di coprire l’intero panorama linguistico del Paese, ma intanto è già in grado di offrire a una buona fetta di popolazione che non parla inglese l’aiuto necessario per integrarsi nel mondo della tecnologia.

Non sono però mancate in patria le polemiche, visto che tra le lingue assenti nel modello presentato al lancio c’è l’Urdu che è la settima lingua più parlata in India. Si tratta di una lingua predominante tra la popolazione musulmana, la quale risulta al momento essere il ceto economicamente più modesto e meno inserito nei contesti sociali. Insomma, secondo alcuni critici, la scelta di escludere tale lingua dall’intelligenza artificiale di Hanooman non è proprio in perfetta simbiosi con il concetto di inclusività che ormai tutto il mondo persegue. Gli ideatori del progetto fanno però comunque sapere che al più presto tutte le lingue del Paese saranno disponibili.

I punti chiave…

  • tutto pronto per l’arrivo di Hanooman, l’intelligenza artificiale indiana;
  • la piattaforma è in grado di produrre testi, video e voci per 11 delle 22 lingue indiane;
  • secondo gli esperti è la risposta indiana a ChatGPT.