Interessante studio pubblicato da Bankitalia con il nuovo bollettino sull’economia del Paese. L’inflazione è in calo, si prevede infatti una diminuzione di 1,3 punti percentuali per questo 2024, ma intanto alcuni prodotti e servizi continuano a soffrire per i rincari. Di quali si tratta? Facciamo il punto della situazione alla luce delle nuove analisi effettuate dagli esperti.

Lo spauracchio dei rincari

Le proiezioni sul Pil e il fenomeno dell’inflazione sono stati gli argomenti presi al vaglio dagli esperti di Bankitalia per il nuovo bollettino pubblicato.

I rincari per l’inflazione continuano a rappresentare un vero e proprio spauracchio per gli italiani, ma la buona notizia è che le previsioni per questo 2024 ci dicono che l’inflazione è in calo dell’1,3%. Per il Pil la stima ci suggerisce una crescita dello 0,6% per quest’anno, mentre nel 2025 si registra solo lo 0,1% in più. Decisamente più positivo il dato per il 2026, dove si prevede un +1,2%. Per quanto riguarda l’inflazione, invece, ecco cosa dice Bankitalia nel suo bollettino aggiornato:

“L’inflazione di fondo, sostenuta dalla dinamica dei costi unitari del lavoro, si collocherebbe al 2 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe all’1,7 nel prossimo biennio. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso; derivano da un impatto della restrizione monetaria più accentuata del previsto, da effetti più marcati della riduzione degli incentivi al comparto edilizio e dalla possibilità che la debolezza del commercio mondiale persista più a lungo rispetto a quanto stimato. I rischi sull’inflazione sono invece bilanciati”.

Insomma, note positive in generale, anche se per quanto riguarda il Pil i numeri derivano dalla domanda dall’estero e dalla ripresa dei redditi reali. Ciò non toglie che per il mese di marzo da poco archiviato, i risultati rimangono altalenanti e sono diversi i prodotti e i servizi che subiscono ancora gli effetti della situazione economica poco lusinghiera.

Inflazione, quali prodotti costano di più?

Alla luce di quanto detto, è doveroso a questo punto capire quali sono i servizi e i prodotti che in questo Paese stanno ancora piegando le resistenze dei nostri connazionali. Sono i beni energetici a incidere principalmente sull’inflazione, cosa che ha portato l’indice dei prezzi di consumo a salire fino all’1,2%. I suddetti beni energetici hanno registrato un preoccupante -10,8 dal -17,3 per cento registrato invece a febbraio 2024. Stesso discorso, anche se in percentuali minori, anche per i servizi relativi ai trasporti. Si fermano invece i beni alimentari non lavorati, a febbraio erano +4,4% e ora sono scesi a +2,6%. Situazione analoga per beni alimentari lavorati e tabacchi.

Rimane invece stabile l’inflazione di fondo, mentre quella al netto dei soli beni energetici è scesa dal 2,6% al 2,4%. Il rischio di scenario peggiori però è sempre dietro l’angolo e a preoccupare maggiormente è la situazione conflittuale nel Mar Rosso. Nel bollettino infatti si legge: “Anche in uno scenario particolarmente pessimistico in cui i noli marittimi si stabilizzassero su livelli superiori al picco raggiunto in aprile, si assisterebbe a un rialzo dell’inflazione al consumo nell’area dell’euro pari al più a 0,3 punti percentuali”. Sono infatti i costi del trasporto marittimo a preoccupare maggiormente gli specialisti del settore. Con l’aumento di tali costi, l’inflazione sarà nuovamente in aumento per tutta l’Europa.

I punti salienti…

  • in calo l’inflazione, ma alcuni prodotti e servizi restano cari;
  • i beni energetici e i servizi relativi ai trasporti sono i più cari nel nostro Paese;
  • a preoccupare gli esperti è la crisi nel Mar Rosso, la quale potrebbe avere effetti economici pericolosi per tutta l’Europa.