Interessante studio pubblicato da Bankitalia con il nuovo bollettino sull’economia del Paese. L’inflazione è in calo, si prevede infatti una diminuzione di 1,3 punti percentuali per questo 2024, ma intanto alcuni prodotti e servizi continuano a soffrire per i rincari. Di quali si tratta? Facciamo il punto della situazione alla luce delle nuove analisi effettuate dagli esperti.
Lo spauracchio dei rincari
Le proiezioni sul Pil e il fenomeno dell’inflazione sono stati gli argomenti presi al vaglio dagli esperti di Bankitalia per il nuovo bollettino pubblicato.
“L’inflazione di fondo, sostenuta dalla dinamica dei costi unitari del lavoro, si collocherebbe al 2 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe all’1,7 nel prossimo biennio. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso; derivano da un impatto della restrizione monetaria più accentuata del previsto, da effetti più marcati della riduzione degli incentivi al comparto edilizio e dalla possibilità che la debolezza del commercio mondiale persista più a lungo rispetto a quanto stimato. I rischi sull’inflazione sono invece bilanciati”.
Insomma, note positive in generale, anche se per quanto riguarda il Pil i numeri derivano dalla domanda dall’estero e dalla ripresa dei redditi reali. Ciò non toglie che per il mese di marzo da poco archiviato, i risultati rimangono altalenanti e sono diversi i prodotti e i servizi che subiscono ancora gli effetti della situazione economica poco lusinghiera.
Inflazione, quali prodotti costano di più?
Alla luce di quanto detto, è doveroso a questo punto capire quali sono i servizi e i prodotti che in questo Paese stanno ancora piegando le resistenze dei nostri connazionali. Sono i beni energetici a incidere principalmente sull’inflazione, cosa che ha portato l’indice dei prezzi di consumo a salire fino all’1,2%. I suddetti beni energetici hanno registrato un preoccupante -10,8 dal -17,3 per cento registrato invece a febbraio 2024. Stesso discorso, anche se in percentuali minori, anche per i servizi relativi ai trasporti. Si fermano invece i beni alimentari non lavorati, a febbraio erano +4,4% e ora sono scesi a +2,6%. Situazione analoga per beni alimentari lavorati e tabacchi.
Rimane invece stabile l’inflazione di fondo, mentre quella al netto dei soli beni energetici è scesa dal 2,6% al 2,4%. Il rischio di scenario peggiori però è sempre dietro l’angolo e a preoccupare maggiormente è la situazione conflittuale nel Mar Rosso. Nel bollettino infatti si legge: “Anche in uno scenario particolarmente pessimistico in cui i noli marittimi si stabilizzassero su livelli superiori al picco raggiunto in aprile, si assisterebbe a un rialzo dell’inflazione al consumo nell’area dell’euro pari al più a 0,3 punti percentuali”. Sono infatti i costi del trasporto marittimo a preoccupare maggiormente gli specialisti del settore. Con l’aumento di tali costi, l’inflazione sarà nuovamente in aumento per tutta l’Europa.
I punti salienti…
- in calo l’inflazione, ma alcuni prodotti e servizi restano cari;
- i beni energetici e i servizi relativi ai trasporti sono i più cari nel nostro Paese;
- a preoccupare gli esperti è la crisi nel Mar Rosso, la quale potrebbe avere effetti economici pericolosi per tutta l’Europa.