Hanno alzato talmente tanto l’età pensionabile che per andare in pensione non ci vuole la terza età, ci vuole la reincarnazione!”. Sante parole quelle di Alessandro Siani. E proprio per evitare che ciò avvenga, il nuovo Governo si è posto tra gli obiettivi della riforma delle pensioni 2023 anche Quota 41 (anni contributi) a prescindere dall’età anagrafica.

Ma questa rivoluzione, che farebbe tanto piacere a molti, sarà davvero fattibile? Lo ha spiegato Claudio Durigon, il sottosegretario del lavoro e delle politiche sociali.

La parole di Claudio Durigon, riforma pensioni entro il 2023?

In un’intervista a IlTempo, Claudio Durigon ha spiegato che l’obiettivo del Governo è ovviamente la riforma delle pensioni con Quota 41 entro la legislatura o se, possibile, anche prima.

Quest’ultima è la misura fiore all’occhiello dell’esecutivo targato Meloni e la speranza, ha spiegato, è che possa entrare in vigore il prima possibile. Anche perché l’importo dell’assegno, per la maggior parte di coloro che escono dal lavoro, è calcolato in misura prevalente con sistema contributivo per il quale ci sono più possibilità di intervento legislativo.

Un’ipotesi al vaglio, comunque, è quella dell’uscita con 41 anni di contributi senza il vincolo degli anni e con l’accettazione dell’importo del solo contributivo. Il sottosegretario ha ribadito che si tratta al momento di una ipotesi perché si dovrà avere prima chiaro il quadro delle risorse disponibili. Il Governo spera comunque che si possa tornare a discutere di Quota 41 già a luglio.

Quali altri interventi oltre a Quota 41?

Per quanto riguarda i possibili interventi nel settore delle pensioni oltre alla Quota 41, il Governo starebbe pensando anche al rafforzamento dell’Ape Social e non solo. In un’ottica di una riforma pensioni 2023, si starebbe pensando anche all’ampliamento delle categorie usuranti. Per queste, ha spiegato Durigon, si potrebbero anche allargare i requisiti per uscire prima dal lavoro.

Il sottosegretario si è espresso anche sul tormentone del momento ovvero sul taglio del cuneo fiscale per i lavoratori definendola una misura importante verso gli occupati che hanno un reddito basso. In merito a essa, ha spiegato che non appena sono stati trovati i 3,5 miliardi di euro, l’esecutivo non ha esitato a dirottarli a sostegno dei consumi delle fasce più penalizzate della popolazione.

Infine, in merito a Opzione Donna, Durigon ha spiegato che non ha alcuna certezza che i requisiti potranno essere allargati, viste le poche domande giunte nel 2023. Di sicuro un’apertura, ha aggiunto, sarebbe importante in quanto le donne sono tra quelle che pagano di più la crisi.

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