Ben presto, in Australia, le sigarette più economiche costeranno 29 dollari: ovvero 26 euro. Un’ingiustizia per i fumatori, una soluzione valida per combattere la dipendenza da fumo per il governo federale australiano, che dal prossimo 1° settembre 2020 varerà un ulteriore aumento del 12,5% dei prezzi delle sigarette. Per l’ottavo anno consecutivo.

Al di là del pacchetto più economico di 26 euro, per acquistare le Malboro Golds, gli australiani dovranno spendere 48,50 dollari (circa 45 euro): dunque, un fumatore che consuma un pacchetto al giorno, raggiungerà i 18mila dollari annui investiti in sigarette.

Un investimento. Anche il prezzo del tabacco sfuso subirà un aumento. L’Australia era già in cima alla classifica dei Paesi in cui le sigarette costano di più. Una classifica dove al secondo posto si colloca la Nuova Zelanda e al terzo l’Irlanda.

Se da un lato, infatti, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) gli aumenti dei prezzi sarebbero “il modo più efficace per incoraggiare i consumatori di tabacco a smettere e impedire ai bambini di iniziare a fumare”, dall’altro il dottor Colin Mendelsohn, della scuola di sanità pubblica dell’Università del Nuovo Galles del Sud, ha precisato che gli aumenti delle tasse non stanno più avendo il grande impatto sui tassi di fumo che avevano una volta. Infatti, i report dell’Australian Bureau of Statistics (l’agenzia statistica indipendente del governo australiano) racconta che l’aumento dei prezzi non avrebbe avuto un significativo impatto sulla riduzione dei fumatori in Australia, sceso solo dello 0,7 per cento tra il 2014-15 e il 2017-18.

Fumare costerà di più anche in Italia. Da quest’anno, come previsto dalla manovra di bilancio, ci saranno nuovi rincari sui tabacchi che colpiranno milioni di fumatori.