Cosa ne pensano gli italiani della riforma del reddito di cittadinanza?

Il decreto Lavoro ha previsto, a decorrere dal 1° gennaio 2024, il debutto dell’assegno di inclusione. Coloro i quali sono ancora percettori del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza, continueranno a ricevere il vecchio sussidio sino alla naturale scadenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2023.

Secondo i risultati di un’analisi effettuata dall’Istituto demoscopico Sondaggi per Affaritaliani.it più della metà degli italiani è favorevole alla riforma del reddito di cittadinanza.

Decreto Lavoro. Addio al reddito di cittadinanza, ora c’è l’assegno di inclusione

Dal 1° gennaio 2024, l’assegno di inclusione prende il posto del reddito di cittadinanza.

Come si legge nel comunicato stampa pubblicato ieri dal Governo, l’assegno di inclusione che prenderà il posto del reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà ossia un’integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano:

  • una persona con disabilità,
  • un minorenne o
  • un ultra-sessantenne.

Il decreto prevede specifici requisiti di accesso all’assegno di inclusione, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche.

Il sostegno sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico (simile alla carta Rdc), per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi (più rinnovi con sospensione di un mese).

L’assegno annuo sarà pari a euro 6.000, ovvero  euro 7.560 annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. I citati limiti andranno moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.

Addio al Reddito di cittadinanza. Cosa ne pensano gli italiani?

Secondo i risultati di un’analisi dell’Istituto demoscopico  Sondaggi per Affaritaliani.

it, circa il “63% degli italiani è favorevole alla riforma del Rdc. Tale percentuale scende al 53% solo nei territori del Sud. Nel Mezzogiorno si trova il numero più alto di percettori del reddito di cittadinanza.  I portabandiera del M5S sono invece contrari alla riforma (52%)”. Non potrebbe essere altrimenti posto che il reddito di cittadinanza è stato voluto proprio dal M5S.

Entrando nello specifico dei dati che vengono fuori dall’indagine,  il 72% ritiene giusto che il Reddito continui ad essere erogato a chi non è nelle condizioni di poter lavorare. Inoltre il 64% sposa l’introduzione del c.d strumento di attivazione. Strumento che si pone l’obiettivo di accompagnare nella ricerca di un lavoro chi non rientra nell’assegno di inclusione; ciò avverrà attraverso
la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive.