C’è una grande novità sul fronte della giornata lavorativa di 7 ore in Italia. Bulgari, società che opera nel settore del lusso e che dal 2012 fa parte del gruppo francese LVMH, ha introdotto le 7 ore di lavoro per 200 dipendenti su 600 dello stabilimento di Valenza, nella provincia di Alessandria. I lavoratori interessati dall’accordo biennale stretto con la sigla sindacale Fiom Alessandria opereranno un’ora in meno mantenendo però intatto il proprio salario. E così lo slogan “lavorare meno, lavorare tutti, guadagnare di più” lanciato da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, trova un appiglio nella realtà.

Ma insieme a Bulgari anche altre realtà italiane si stanno muovendo in questa direzione. A dimostrazione di come non sia un’utopia pensare che “lavorare di meno” porta vantaggi sia in termini di benessere psico-fisico che di produttività.

Bulgari e Fiom Alessandria: intesa sulla giornata lavorativa di 7 ore

L’accordo tra Bulgari e Fiom Alessandria “nasce per ragioni organizzative“, come dichiarato dal sindacalista Maurizio Cantello. La società italiana che rientra nella galassia LVMH è intenzionata a raddoppiare l’impianto, per cui sono in programma investimenti importanti, fino a raggiungere una forza lavoro pari a 1.200 persone. Lo stesso numero uno di Fiom Alessandria parla di “accordo innovativo“, con la possibilità concreta che si arrivi a una conferma della giornata lavorativa di 7 ore anche al termine dei primi due anni, quando scadrà l’intesa tra Bulgari e le sigle sindacali.

Settimana corta e riduzione orario: obiettivo aumentare la produttività

Le discussioni inerenti la settimana corta e la riduzione dell’orario hanno tutte come minimo comune denominatore l’incremento della produttività. Basti pensare, ad esempio, che il tasso di produttività del Made in Italy è il più basso d’Europa. Sarebbe però sbagliato pensare che il gap dai Paesi europei sia dato soltanto dall’orario, dal momento che concorrono anche altri fattori, quali la formazione dei dipendenti e gli investimenti tecnologici delle aziende.

Bulgari non è la prima

Prima di Bulgari, Intesa Sanpaolo ha adottato la settimana corta, che prevede 4 giorni da 9 ore lavorative. A differenza però della società di lusso, l’istituto bancario ha fatto tutto senza un accordo sindacale. Sempre in Piemonte, anche la Michelin a Cuneo ha adottato le sei ore per turno di lavoro, al fine di “stabilizzare i lavoratori part-time e garantire occupazione e produttività”. Insomma, la settimana corta di lavoro inizia piano piano a spopolare anche in Italia, in diversi modi, come la variante della giornata lavorativa corta. Le aziende iniziano ad accorgersi che il benessere dei dipendenti è fondamentale. Ma la strada sembra ancora lunga.

Quali aziende italiane seguiranno Bulgari e Intesa Sanpaolo?