Il più importante fattore di rischio per il tumore del polmone è il fumo della sigaretta. C’è infatti una correlazione tra tale abitudine e la malattia ma è importante anche l’esposizione del fumo passivo. Più fumo si è respirato nella vita, quindi,  più alta è la possibilità di ammalarsi.

Gli esperti, inoltre, comunicano che è importante anche la quantità di tempo in cui si è fumato nonché il numero delle sigarette fumate. Chi inizia a fumare da giovanissimo (1 pacchetto al giorno) e continua a farlo per tutta la vita si ammala ancora prima di chi fuma 2 pacchetti al giorno ma per un tempo più breve.

Smettere di fumare ma anche fumare di meno riduce il rischio di tumore al polmone.

Tumore al polmone: chi rischia di più

Il rischio di ammalarsi di tumore al polmone aumenta di circa 14 volte rispetto a chi non fuma e fino a 20 volte se si fumano più di 20 sigarette al giorno. L’Airc comunica che il fumo della sigaretta, infatti, è responsabile di 8-9 tumori al polmone su 10. Inoltre sono fattori di rischio per tale malattia anche il radon, l’amianto e i metalli pesanti.

Altri fattori per i quali si rischia di ammalarsi sono l’inquinamento atmosferico ma anche malattie polmonari precedenti o trattamenti di radioterapia che hanno colpito i polmoni.

Fumare di meno riduce il rischio di ammalarsi?

È vero che fumare di meno riduce il rischio di sviluppare il tumore al polmone ma la scelta migliore sarebbe però quella di smettere completamente di fumare o non iniziare proprio. Questo è quanto afferma Antonio Giordano che è il direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia nonché professore all’Università di Siena. Inoltre lo stesso comunica che se si fuma di meno anche il rischio di sviluppare la malattia diminuisce.

La causa del tumore al polmone, spiega il professore, è l’accumulo di sostanze cancerogene che provocano un danno genetico.

Se queste entrano nell’organismo in modo saltuario il rischio del tumore sarà minore per cui fumare una sigaretta alla settimana farà sicuro meno danni che fumarne una al giorno.

La patologia, poi, dipende anche da diversi fattori come ad esempio l’esposizione alle polveri sottili in luoghi molto inquinati o quella al fumo passivo. Anche la fragilità genetica del paziente ha un ruolo importante: molti fumatori, infatti, muoiono anche a più di 90 anni per cause completamente diverse dal fumo e molte persone che non hanno mai fumato si ammalano invece di tumore.

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