Via il Reddito di Cittadinanza ma offrendo un’alternativa concreta nell’ambito della formazione professionale. Il Governo ha deciso di seguire una via diversa rispetto a quella meramente assistenziale. Nella speranza che gli ingranaggi inizino a girare per il verso giusto.

L’obiettivo delle nuove misure è stato dichiarato prima ancora che diventassero effettive. Qualora si fosse ex percettori del RdC, si potrà accedere alle piattaforme messe a disposizione per il reimpiego, oppure alle forme di sussidio previste laddove non vi fosse il requisito dell’idoneità al lavoro.

Nelle ultime settimane, le sigle sindacali hanno approfondito la questione, evidenziando come le possibilità per un reale funzionamento della nuova linea ci sia, a patto che la strada seguita sia effettivamente quella del ricollocamento delle risorse in grado di lavorare. Qualora così fosse, la scelta di avvicendare il Reddito di Cittadinanza con nuove misure più focalizzate sull’incremento della forza lavoro sarebbe sensata.

Uno scenario confermato di recente, con il confronto avvenuto a Sciacca, in Sicilia, tra consulenti del lavoro e professionisti della regione, concordi nel voler seguire la strada del collocamento ma con una punta di scetticismo rispetto ai tempi necessari affinché tutto funzioni. Anche perché una data limite in realtà già ci sarebbe. Anzi, un periodo più che una data, ossia la fine dell’anno in corso. Entro il termine del mese di dicembre, infatti, secondo quanto stabilito dal Pnrr andranno conseguiti alcuni imprescindibili obiettivi, sia nell’ambito della formazione che del lavoro. E il fatto che l’esito sia quello atteso dipende proprio dal buon funzionamento dei progetti allestiti per entrambi i settori.

Ex Reddito di Cittadinanza, dicembre la prima deadline: come raggiungere gli obiettivi

Tra le principali prerogative delle nuove misure rimpiazzanti il Reddito di Cittadinanza, spicca la volontà di utilizzare al meglio gli enti preposti alla formazione del nuovo personale.

Ossia, ciò che non aveva funzionato nell’idea originale del RdC, che proprio nei Centri per l’impiego (che in teoria avrebbero dovuto fare da ponte tra percettori e mondo del lavoro) aveva trovato il proprio punto debole. Un difetto che già il Governo Draghi aveva cercato di correggere, operando qualche restrizione sulla misura e tentando di potenziare l’operato dei Centri, rimasto latente o, addirittura, assente in alcuni casi. Tale ruolo sarà ora ad appannaggio dei consulenti del lavoro, i quali avranno il compito di formare le risorse e inserirle nel mondo del lavoro nei settori di competenza. Il vettore principale sarà la piattaforma Siisl, attiva dall’1 settembre e aperta a tutti i cittadini, oltre che agli ex RdC.

Il caso siciliano

I progetti, tuttavia, potrebbero avere peculiarità differenti a seconda del territorio. Ad esempio, la Regione Sicilia ha stimato un range di circa 100 mila potenziali occupabili, per i quali è stato attivato un programma apposito (il Gol, Garanzia Occupabiilità dei lavoratori), aperto anche agli iscritti Siisl con il proprio contributo mensile di 350 euro. Un progetto che gode dei finanziamenti del Pnrr e che poggia sulla stipula di convenzioni tra Regione e Agenzie per il lavoro private. Una soluzione già prospettata anche in altri contesti ma che va a scontrarsi con i tempi stretti. La scadenza di dicembre è piuttosto prossima e, se l’obiettivo fosse il raggiungimento di uno standard formativo e di occupazione, sarà necessario un tassello in più, identificato dalle associazioni di categoria in task force apposite. O, comunque, in ulteriori risorse da destinare allo snellimento delle procedure.

Riassumendo

  • Gli ex percettori del Reddito di Cittadinanza faranno affidamento sui progetti di formazione e reinserimento;
  • le prime scadenze sono prossime: stando al Pnrr, entro la fine di dicembre dovranno essere raggiunti alcuni obiettivi di formazione;
  • nella sola Sicilia, si parla di circa 100 mila potenziali occupabili.