Il latitante catturato durante i primi mesi dell’era Meloni, non c’è più. Ma la sua morte apre ora a nuovi interrogativi: a chi va l’eredità di Matteo Messina Denaro? Eravamo rimasti che lo Stato confisca i beni della mafia, ma ci sono anche altre situazioni da prendere in considerazione. Innanzitutto, si discute della successione. Chi prenderà il posto del boss? E cosa ne sarà dei documenti segreti risalenti a Totò Riina in possesso dell’ex latitante?
Un problema di successione
Quando un re depone la corona, la carica passa al figlio primogenito.
Per quanto riguarda invece l’eredità economica, essa consiste negli investimenti fatti da Messina Denaro nella provincia di Trapani e in altre zone della Sicilia. Si tratta di investimenti fatti tramite prestanome, cosa che rende quindi complicata la confisca. Naturalmente, il rischio è che di tali investimenti se ne appropri il prestanome in questione (o magari un di lui parente alla sua scomparsa), facendo quindi infuriare anche i familiari dello stesso boss. Impossibile quantificare il valore di tali beni. Sappiamo però che durante la sua latitanza, durata circa 30 anni, i Ros hanno sequestrato beni dal valore di 4 miliardi di euro.
Eredità Matteo Messina Denaro, i misteri da risolvere
Se per l’eredità di Berlusconi i media si sono accapigliati per rincorrere la notizia, stavolta le cose si fanno ancora più complesse. Si fa sempre più intricata infatti la situazione intorno all’eredità dell’ex boss. Secondo Gian Carlo Caselli, della procura di Palermo, bisognerà comunque tener conto del fatto che la mafia opera in svariati campi e non è solo quella che leggiamo sulle pagine di cronaca nera. Ecco le sue parole rilasciate ai media:
“Si potrebbe affermare sempre più la mafia degli affari con la cosiddetta “zona grigia”. Il rischio è che si riproponga il limite culturale che da sempre ci affligge. Quello di considerare la mafia un pericolo solo quando scorre il sangue per effetto delle sue strategie “militari”; sottovalutandola invece, fino ad accettare il rischio di conviverci, quando adotta strategie “attendiste”, dimenticando la sua lunga storia di violenze e quella straordinaria capacità di condizionamento che ha fatto di un’associazione criminale un vero e proprio sistema di potere criminale”.
Ci sono poi i misteri ancora tutti da risolvere legati alla figura di Riina. Il Capo dei Capo aveva indicato lui come persona fidata. Durante l’arresto di Messina Denaro, furono trovate delle chiavi, ma non si è mai scoperto quali porte aprissero. C’è poi l’archivio di Riina con i documenti relativi alla famigerata e tanto discussa trattativa Stato-Mafia. Sempre secondo varie fonti, era lo stesso Denaro a costudire tali documenti, i quali dimostravano anche un coinvolgimento diretto tra Riina e la massoneria. Gli stessi investigatori affermano che probabilmente certi misteri non saranno mai risolti.
I punti chiave…
- l’eredità economica del bosso riguarda investimenti fatti in Sicilia sotto prestanome;
- quella mafiosa riguarda invece la successione che probabilmente sarà raccolta da Francesco Guttadauro;
- secondo gli inquirenti, Messina Denaro era anche in possesso dei documenti segreti di Riina.