Le autorità sanitarie avvertono: “chi soffre di ‘allergie significative’ di lunga data farebbe bene a rinunciare a farsi somministrare le dosi del vaccino Pfizer/BioNTech, almeno per ora”. È la raccomandazione che arriva oggi 9 dicembre, il giorno dopo lo storico V-Day in Regno Unito, ossia l’inizio della vaccinazione di mazza anti- Covid.

 

L’indicazione è arrivata perché tra le centinaia di vaccini di ieri in Uk (primo Paese al mondo), due persone hanno riscontrato reazioni allergiche simili a quelle di cui avevano già sofferto in passato.

I due vaccinati, due operatori di circa 40 anni di case di riposo britanniche in prima linea per la somministrazione insieme a pazienti Rsa, ultra 80enni e medici e infermieri pubblici, stanno comunque bene: non hanno avuto forti reazioni e “sono già sulla via del recupero”, ha sottolineato il capo della Nhs (la sanità pubblica britannica) Stephen Powis.

 

“Non voglio pregiudicare il lavoro dei nostri esperti sui vaccini di Pfizer e Moderna, ma posso anticipare che la visione preliminare dei dati che abbiamo ricevuto il primo dicembre è positiva per quanto riguarda efficacia e sicurezza”: afferma la direttrice dell’Ema, Emer Cooke, in un’intervista a Repubblica e ad altri quotidiani internazionali in cui annuncia: “Probabilmente ci esprimeremo il 29 dicembre per Pfizer e il 12 gennaio per Moderna”. “Dobbiamo ancora controllare la qualità della catena di produzione e la capacità delle aziende di preparare il rimedio su larga scala. Su questi aspetti i nostri esperti hanno domandato informazioni addizionali, così come abbiamo chiesto ulteriori dettagli sulla sicurezza. È uno scambio di informazioni costante, che svolgiamo su base giornaliera”, spiega Cooke, che assicura: “In Europa il processo di autorizzazione è indipendente, non ci sentiamo sotto pressione politica. La pressione semmai è scientifica perché vogliamo essere certi di fare il meglio per i cittadini”. E in merito a possibili effetti collaterali Cooke sottolinea “con l’autorizzazione predisporremo misure stringenti di monitoraggio su tutta la popolazione, inclusi gli anziani”.

 

“I produttori dovranno farci rapporto su qualsiasi evento negativo e ogni mese dovranno inviarci i dati sull’andamento delle vaccinazioni. Così potremo capire se eventuali casi sono legati alla vaccinazione, a particolari”. Chi dovrà ricevere per primo il vaccino “è una decisione che spetta alle autorità nazionali. Ma dobbiamo dire subito che il vaccino non è una bacchetta magica, la popolazione – evidenzia – dovrà continuare a seguire tutte le restrizioni come mascherina, igiene e distanziamento perché all’inizio non ci saranno dosi per tutti e anche dopo, ancora per un certo periodo, fino a quando l’impatto del vaccino non sarà del tutto chiaro”.

 

Il vaccino AZD1222, sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford, ha mostrato di avere un’efficacia del 62,1% se somministrato in due dosi intere, e del 90% nei volontari che hanno ricevuto mezza dose seguita da una dose intera. È quanto emerge dall’analisi provvisoria degli studi di fase III, pubblicata sulla rivista Lancet. Il vaccino è risultato efficace nel prevenire la malattia Covid-19, senza casi gravi e senza ricoveri oltre 21 giorni dopo la prima iniezione.