Ormai indossare la mascherina è una pratica quotidiana, soprattutto da quando è diventato obbligatorio portarla anche dalle 18 alle 6 nei luoghi affollati. Addirittura ci sono persone che indossano due mascherina con la credenza che proteggono di più. Ma è davvero così? 

Gli ultimi studi

Da mesi ormai si parla di quale tipo di mascherina sia più efficace. Alla fine è emerso che basta anche solo quella chirurgica per avere la minima protezione ma vari studi avrebbero addirittura provato l’efficacia di due diverse messe insieme.

Uno studio del 2005, pubblicato sul Journal of Hospital Infection, legato alla pandemia di Sars, aveva confermato che una singola mascherina aveva un potere scarso di filtrazione. Per questo motivo gli studiosi avevano fatto indossare ai volontari più mascherine di tipo diverso, una sopra l’altra, per vedere fino a che grado di protezione si poteva arrivare.

Era emerso che indossare due mascherine a strati fornisce il 40% di protezione in più, addirittura indossandone tre, si arriva al 70%. In sostanza, due mascherine proteggono di più rispetto ad una sola ma è anche vero che nella pratica quotidiana sono davvero in pochi coloro che sarebbero pronti ad indossare due o più mascherine. 

Ultimi tamponi con più carica virale

Nel frattempo, la brutta notizia è che nei tamponi prelevati negli ultimi giorni è aumentata la carica virale. A dirlo all’Ansa è stato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano: “Tra fine luglio e i primi di agosto tutti i campioni positivi avevano la carica inferiore a 10.000 particelle di virus per millilitro di tampone. Ora circa la metà dei tamponi rilevati nell’ultima settimana supera il milione di copie di materiale genetico del virus, l’Rna, presenti nelle particelle virali infettive in un millilitro di tampone. Questo può voler dire che il virus si replica bene in alcuni organismi e che questi soggetti potrebbero essere dei super diffusori”.

 

L’ipotesi degli esperti in tal senso è che si tratti di infezioni recenti ossia all’esordio mentre nei tamponi di luglio spesso si riscontrava la presenza del virus ma in via di guarigione, questo perchè è stato confermato che il covid 19 può persistere nell’organismo anche 3 mesi prima di andare via. Fenomeno a cui va aggiunto quello dei super diffusori: soggetti su cui è stata trovata una carica virale altissima e che potrebbero essere dunque superdiffusori, anche se servono test aggiuntivi per confermarlo.

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