La Banca Centrale Europea ha deciso di lanciare l’euro digitale e sembra che inizierà a comparire nelle nostre tasche virtuali tra circa cinque anni. In realtà, l’UE è in ritardo, la Cina ha intenzione di lanciare un progetto-pilota già a partire dalle prossime Olimpiadi Invernali di Pechino e i giganti del tech sono prossimi a lanciare le proprie monete digitali per i pagamenti. I problemi connessi a una valuta virtuale sono innumerevoli e per capire come cambierà la vita delle persone è opportuno analizzare tutti i nodi da sciogliere.

L’euro digitale sarà una delle più grandi rivoluzioni finanziarie e i rischi sono innumerevoli. È per questo che l’Europa sta andando con i piedi di piombo.

Che cos’è l’euro digitale

L’euro digitale sarà una moneta della Banca Centrale esattamente come lo sono adesso le banconote. Non ci sono grossi rischi, se non quello della perdita di valore e di potere d’acquisto, come succede con la moneta cartacea. Un vantaggio importante è il seguente: la Banca Centrale Europea non può fallire, quindi i depositi in euro digitale saranno assolutamente sicuri. Un altro elemento di cui tenere conto è che la moneta digitale avrà corso legale e dovrà essere accettata da tutti gli operatori economici. Il vero tema è come garantire a tutti l’accesso all’euro digitale, ma al momento sembra che coesisterà ancora a lungo con le più classiche banconote.

Alcuni problemi che potrebbero sorgere con l’euro digitale

Secondo gli esperti, l’euro digitale potrebbe sollevare non pochi problemi, come del resto tutte le monete virtuali, come i bitcoin.
Il primo nodo da sciogliere riguarda l’anonimato e la tracciabilità. Quando utilizziamo i contanti, la transazione resta anonima, mentre quando utilizziamo i bonifici o gli assegni, la transazione è tracciabile. Cosa succederà con l’euro digitale? Il problema è che, come si può notare facilmente dalla cronaca, le monete digitale come i bitcoin si prestano con estrema facilità a operazioni illecite.

Non è ancora chiaro come la Banca Centrale Europea voglia affrontare questo problema: l’idea è quella di un sistema che possa garantire l’anonimato della transazione per chi l’effettua, ma anche la possibilità da parte delle istituzioni di verificarne la legalità.

Un altro nodo da sciogliere riguarda il ‘costo’ dell’euro digitale. Chi pagherà le commissioni sulle transazioni?

L’Europa sta pensando ad alcuni dispositivi, ma è possibile che sia lo stesso istituto a garantire forme di sussidio. Un problema riguarda anche l’eventuale ‘remunerazione’: l’euro digitale sarà soltanto un mezzo di pagamento o varrà come riserva di valore e potrà sostituire i depositi? Le banche accetteranno questa ‘concorrenza’? Un’altra questione riguarda l’eventuale ruolo dei cosiddetti intermediari finanziari: i cittadini avranno un conto corrente direttamente sulla Banca Centrale Europea (ma a quel punto dovrebbe gestire circa 300 milioni di conti corrente, cosa quasi impossibile) oppure le banche faranno da intermediari? E se sì, a che costo? Infine, c’è tutta la questione riguardante possibili ‘problemi tecnici’: in caso di blackout si fermerà l’economia? Cosa succede se ci si trova in un posto non coperto da internet?
Insomma, al momento sono più le domande che non le risposte. L’euro digitale sarà una grande rivoluzione, ma va studiata con estrema attenzione.
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