Presto si avranno i primi risultati inerenti alla lotta all’evasione fiscale attraverso il controllo incrociato del conto corrente. Ecco quanto ha riferito Ernesto Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Più volte quest’ultimo ha parlato di tale argomento, viste le numerose critiche, affermando che il contrasto all’evasione non è “volontà di perseguitare qualcuno”. Si tratta infatti di “un atto di giustizia nei confronti di tutti coloro che, e sono la stragrande maggioranza, le tasse anno dopo anno le pagano”.

Nel 2022 grazie ai controlli sono stati recuperati 20 miliardi di evasione per cui sono stati restituiti al bilancio dello stato 3,2 miliardi di euro. Con l’attività antifrode, invece, Ruffini ha spiegato che sono stati intercettati/bloccati circa 9,5 miliardi di euro.

Ci si chiede quindi: è possibile sapere se il proprio conto corrente è sotto controllo?

Perché l’archivio dei conti correnti è importante?

Per la lotta all’evasione fiscale l’archivio dei conti correnti è di fondamentale importanza. Grazie a esso si possono intercettare (ad esempio) i contribuenti che hanno una residenza fittizia all’estero ma hanno conti correnti nel nostro paese.

Il presidente dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato che entro la fine dell’anno, quindi del 2023, con tale strumento, ci si attende un incasso di 2,77 miliardi di euro. Si stima, infatti, l’invio di oltre 3 milioni di lettere di compliance. Queste ultime, per chi non lo sapesse, sono delle lettere che vengono inviate ai contribuenti quando si riscontrano delle anomalie nel confronto tra i dati ricevuti dalle autorità estere e quelli dichiarati nella dichiarazione dei redditi. Anche da tali lettere, quindi, è possibile capire se il proprio conto corrente è sotto controllo.

Come sapere se il tuo conto corrente è sotto controllo? Presto i primi risultati

Ruffini ha spiegato che i primi controlli si baseranno su dati pseudonimizzati ovvero anonimi e poi “utilizzabili in base a informazioni aggiuntive”.

Essi riguarderanno, però, l’anno 2017 e consentiranno di individuare, ad esempio, i contribuenti che avevano delle grandi movimentazioni sui conti senza aver però presentato la dichiarazione dei redditi.

Questa tipologia di lotta all’evasione fiscale non è piaciuta a molti per cui le polemiche non sono mancate. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, però, ha risposto che l’Ente per il quale lavora si limita soltanto ad applicare la legge. Ha aggiunto che più dell’80% dell’evasione riguarda coloro che non presentano la dichiarazione dei redditi o lo fa in modo sbagliato. Meno del 20%, invece, riguarda coloro che presentano la dichiarazione ma poi non saldano quanto dovuto.

Ha aggiunto inoltre che sicuramente al momento non è possibile prevedere quali risultati si raggiungeranno con il nuovo strumento anche perché l’iter richiesto dal Garante della privacy per il corretto utilizzo dei dati personali è terminato soltanto lo scorso maggio.

Quel che è certo è che si punterà a recuperare le imposte non pagate che in soli tre anni (2022-2025) dovrebbero portare nelle casse dello Stato 2,8 miliardi in più. Questo è l’impegno contenuto nella Convenzione Triennale tra l’Agenzia delle Entrate e il Mef.

Il Fisco, inoltre, si legge nella Convenzione, incrementerà strumenti come l’invio telematico dei documenti, la firma digitale e le video chiamate grazie ai quali non ci si dovrà più recare agli uffici fiscali e fare file interminabili. Si darà quindi, in questo modo, un’ulteriore spinta ai servizi telematici da remoto.

Riassumendo….

1. Presto si avranno i primi risultati sulla lotta all’evasione fiscale con i nuovi strumenti del Fisco
2. Quest’ultimo incrementerà i controlli sui conti correnti
3. Entro fine 2024 saranno inviate oltre 3 milioni di lettere di compliance.

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