I livelli di Co2 nell’atmosfera ovvero di anidride carbonica ha raggiunto un nuovo record. Si è arrivati infatti a più di 100 raggiungendo il 3 aprile ad un nuovo record giornaliero di 421,21 parti per milione (ppm). Questo è quanto emerge da una misurazione effettuata all’Osservatorio di Mauna Loa delle Hawaii. Il problema è che questo nuovo picco c’è stato nonostante il lockdown. Le misure mondiali prese per contrastare la pandemia, quindi, dal punto di vista Co2 risultano nulle.

Co2 nell’atmosfera: il nuovo picco

La concentrazione in atmosfera di Co2 ha segnato un nuovo record.

Dai dati dell’Osservatorio Mauna Loa, infatti, i livelli di anidride carbonica sono arrivati al picco di stagione. Sono stati 417,1 ppm (parti per milione) a maggio 2020 e non è finita. Il 2 giugno si è arrivati a 417,9 ppm arrivando ai 421,21 dello scorso sabato. Gli scienziati della Noaa e della Scripps Institution of Oceanography (Università California) spiegano che si sono raggiunti questi livelli nonostante il blocco dell’economia. Quest’ultimo, infatti, non ha evidenziato un calo evidente ed è la velocità della nuova crescita ad impensierire.

Nuovo record Co2 nell’atmosfera

L’Osservatorio Mauna Loa è attivo dal 1958 ed molto importante per lo studio del clima. Questo perché si trova in un posto con una scarsa vegetazione e perché è distante da fonti di inquinamento. Riesce quindi ad effettuare delle rilevazioni molto puntuali di biossido di carbonio.
Ricordiamo che è stata proprio questa stazione di rilevamento a segnalare che nel 2013 si è raggiunta la soglia di 400 ppm. Un livello di anidride carbonica che non si registrava sul nostro pianeta da circa tre milioni di anni. Da quella data, poi, il conteggio è continuato mostrando come i livelli siano saliti di anno in anno. Rispetto al 2019, infatti, i dati del 2020 registrano una concentrazione più alta.

Crisi Covid-19: calo Co2 nell’atmosfera impercettibile

Nonostante la pandemia il calo delle emissioni di anidride carbonica è stato impercettibile.

La riduzione è stata infatti circa del -5%, un dato troppo basso. Per avere effetti visibili, infatti, la riduzione sarebbe dovuta essere di almeno il 30% e mantenersi tale per almeno 6 mesi.
Il problema è che con la crescita della Co2 in atmosfera, la temperatura della Terra aumenterà. Con il raddoppio della Co2 si passerà infatti da 2,6 a 4,1 gradi centigradi. Un dato che è al di sopra delle medie pre-industriali. Il problema per il geochimico Ralph Keeling (che gestisce il programma di Oceanografia Scripps a Mauna Loa) è che se si continuerà ad emettere anidride carbonica, essa continuerà ad accumularsi.
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