Al convegno per l’Ingelligence Week, il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha aperto alla possibilità di una centrale nucleare a Milano. Si tratta di un argomento ampiamente dibattuto nel nostro paese, tanto che tempo fa ci fu anche un referendum. In quel caso si decise per un secco rifiuto, confermando l’altro referendum, quello del 1987 che stabilì la chiusura dei reattori nel nostro paese.

Si apre un nuovo scenario

Inizia a serpeggiare tra i palazzi del Governo la possibilità di aprire nuovamente al nucleare nel nostro paese.

A farsi promotore di tale ipotesi è il ministro Salvini. Nel convegno dal titolo “Nucleare, si può fare?”, ha risposto senza mezzi termini: “Lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città”. Insomma, il ministro delle infrastrutture apre concretamente a una possibilità di una centrale nucleare a Milano. Naturalmente, le sue parole vanno interpretate. Non si tratta mettere concretamente un reattore nel capoluogo lombardo, quanto più che altro di ribadire con un esempio pratico che la sua idea è quella di offrire all’Italia questa possibilità. Da sempre le polemiche derivavano dal fatto che i nostri connazionali mal digerivano questa presenza nelle proprie città. Salvini invece personalizza il quesito e afferma che anche nella sua non gli dispiacerebbe affatto.

Il convegno si proponeva di offrire un excursus in merito all’innovazione da implementare in svariati settori del nostro paese. Salvini si è già mosso al fine di capire anche quali sarebbero i tempi di tale rivoluzionaria novità:

“Ho chiesto ai tecnici del mio ministero. Se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare. Ci tengo a portarvi il convinto sostegno non solo della mia forza politica ma dell’intero Governo“.

In parole povere, quindi, pare che anche il nuovo Governo Meloni sia pronto a questa iniziativa, essendo l’argomento già dibattuto nelle camere di potere del nostro paese.

Sulla questione ha infatti aggiunto:

“Tre ministri: io della Lega, Pichetto di Forza Italia e Urso di Fratelli d’Italia. C’è un’idea complessiva di sintesi. Ora cerchiamo di pianificare. Bisogna mettere insieme quattro ministeri, imprese, ambiente, infrastrutture e Mef, occorre coordinarsi e darsi dei tempi”.

Centrale nucleare a Milano, il Governo è pronto

“Da milanese la prima centrale la vorrei a Milano”. Con queste parole Matteo Salvini mette in chiaro le cose e fa capire che l’Italia è pronta ad aprire ai reattori nucleari, senza dubbio per svincolarsi e rendersi indipendente dagli altri paesi. Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, gli fa eco:

“Il nucleare è fattibile e realizzabile nei primi anni del 2030. Non parliamo di terza generazione, ma di quarta generazione, di modular reactor, e di fusione”.

Insomma, i personaggi di potere della nostra politica sembrano tutti concordi nel rivedere le vecchie posizioni, ribadendo però punti che hanno a che fare con la sicurezza. Non è un caso infatti che Pichetto Frattin parli di quarta generazione, come a voler valorizzare il progetto e convincerci che sia il più sicuro possibile. Siamo nell’era della nuova intelligenza artificiale. Ormai la tecnologia e il progresso scientifico stanno cambiando ulteriormente il nostro mondo e forse non è insensato rivedere alcuni nostri dubbi in merito. Il parere di Salvini già in passato era stato chiaro. Nel 2022 aveva dichiarato:

“Nel mondo ci sono 441 reattori nucleari in funzione, 104 in Europa, 56 in Francia, in Italia zero. È necessario che il nostro Paese investa nel nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito, e vorrei che un futuro reattore fosse ospitato nella mia Milano, lo voglio nel mio quartiere, Baggio”.

I punti salienti…

  • Salvini apre ai reattori, vorrebbe una centrale nucleare a Milano;
  • il leader della Lega ribadisce quanto già affermato in anno prima, ricordando che il nostro paese è in dietro rispetto agli altri grandi dìEuropa in merito ai reattori in funzione;
  • il Governo sembra coordinato a procedere con tale iniziativa, ma si punta a reattori di quarta generazione per avere la massima sicurezza.