Arriva il dietrofront del Governo sulla legge che vieta la produzione/vendita della carne coltivata e la censura dei prodotti vegetali. Lo hanno reso noto l’associazione Essere Animali nonché il quotidiano Il Foglio. Si crede che il passo indietro ci sia stato per il timore di una potenziale bocciatura in Commissione Europea. Dal Ministero dell’Agricoltura, intanto, hanno precisato che “la notifica ritirata sarà rinotificata all’esito dell’approvazione parlamentare”.
Ma perché la questione della carne coltivata è così importante? Prima di tutto per la sostenibilità ambientale in quanto spesso quella tradizionale è associata a un elevato consumo di risorse naturali, deforestazione, inquinamento e impatti ambientali significativi.
Cosa sta succedendo
La carne sintetica sarà il cibo del futuro? Potrebbe davvero diventarlo e ciò sarebbe un’ottima notizia per la sostenibilità ambientale, la riduzione delle emissioni dei gas serra e per garantire agli animali una vita migliore.
Ricordiamo che il nostro Governo aveva vietato la produzione e la vendita di carne coltivata e che tale notizia aveva fatto il giro del mondo. I principali media ma anche le riviste scientifiche, infatti, erano rimasti basiti da tale scelta anche perché l’Italia non avrebbe potuto poi impedire l’importazione e la vendita in territorio nostrano a seguito dell’autorizzazione della Ue.
Fortunatamente è arrivato un primo dietrofront: lo scorso 13 ottobre, infatti, il nostro paese ha ritirato ufficialmente la notifica Tris per tale disegno di legge.
Carne coltivata: dietrofront del Governo sulla legge che la vieta
Per l’associazione EssereAnimali il dietrofront del Governo sulla legge che vieta la carne coltivata è una buona notizia anche se non è una vittoria definitiva. Il ministro Lollobrigida, infatti, desidera andare avanti con la sua battaglia senza però considerare che altri paesi dell’Unione Europea stanno investendo in innovazioni e settori come questo, importanti per il futuro del cibo e del Pianeta.
L’auspicio è che l’Italia non perda tale opportunità anche perché, come asserisce l’associazione, si tratterebbe di produrre un qualcosa che non proviene da allevamenti intensivi. Inoltre esso non richiederebbe l’ausilio di antibiotici o di farmaci e poi non produrrebbe nemmeno tonnellate di deiezioni che sono altamente inquinanti. Perché quindi dire di no e lasciarsi scappare l’occasione di poter fare qualcosa di buono per l’ambiente e per gli animali?
Per il M5S se il ritiro dovesse andare avanti, si tratterebbe di una nuova figuraccia pubblica per il Governo. Dimostrerebbe, infatti, “una scarsa conoscenza della materia legislativa e una forte propensione alla propaganda”.
Ricordiamo che Lollobrigida aveva vietato la carne sintetica (produzione e vendita) “a difesa della salute dei cittadini, del nostro modello produttivo, della nostra qualità, della nostra cultura, semplicemente della nostra sovranità alimentare”. E questo, nonostante il suo collega ovvero il ministro della Salute Schillaci avesse spiegato che “non ci sono evidenze scientifiche sui possibili effetti dannosi dovuti al consumo dei cibi sintetici”.
Riassumendo…
1. Carne coltivata: l’Italia fa retromarcia e decide di non opporsi
2. Francesco Lollobrigida prepara il ritiro della notifica a Bruxelles del disegno di legge
3. Si temeva la bocciatura dalla Commissione Europea.