A quanto pare gli affari non sono più il suo forte e le sue imprese fanno fatica. Carlo De Benedetti è in affanno e le sue aziende ne risentono. La sua holding Romed perde 43,9 milioni, mentre Il Domani è ormai svalutato. E come se non bastasse, alle perdite si aggiungono anche i 31,4 milioni di rosso relativi all’anno precedente.

Gli affari vanno male

Per decenni ha avuto il tocco magico per gli affari, ma ora le cose sono cambiate. Carlo De Benedetti, editore, imprenditore e giornalista italiano, sta vedendo vacillare sempre più il suo impero.

Lo si capisce dal bilancio depositato in ritardo in merito alle sue attività imprenditoriali e finanziarie. La sua holding Romed ha depositato nei primi giorni di novembre il bilancio del 2022 e le cifre sono a dir poco preoccupanti. 43,9 milioni di perdita da somare ai 31,4 milioni persi lo scorso anno. Ormai l’azienda sta tirando avanti con le somme messe da parte nei suoi anni d’oro, ma presto anche quelle potrebbero finire. Eppure il talento per gli affari non l’ha abbandonato del tutto, visto che giocando sui cambi è riuscito comunque ad ammortizzare il colpo e guadagnare 14,6 milioni di euro.

Nel suo processo di ammortizzamento delle spese ha dovuto svalutare per 18 milioni di euro le partecipate del piccolo gruppo che gli è restato dopo la separazione dai figli. In questo processo rientra anche l’editoriale Domani spa, il quale ha subito una svalutazione di 7,6 milioni di euro. L’azienda in questione pubblica Il Domani e lo scorso anno ha aumentato il rosso di bilancio a 3,5 milioni di euro, nonostante la cessione per 800 mila euro della partecipazione detenuta in Skyra Editore spa. Situazione non diversa anche per quanto riguarda la holding di partecipazioni Per spa. A queste poi si aggiungono i numerosi investimenti fatti per il settore bio medico (da Betaglue Technologies spa a Twh Hypertension 3 spa e Twh Eye srl), i quali sono ancora in fase di avvio e non hanno portato ancora risultati.

Carlo De Benedetti, tra cause e fisco

Insomma, situazione tutt’altro che idilliaca (per usare un eufemismo) per De Benedetti, il quale ora si trova in pratica sommerso di debiti. Complessivamente il suo gruppo ha debiti per 147,7 milioni di euro, cresciuti di 25,2 milioni rispetto all’anno precedente. Gran parte di essi (circa 107 milioni) sono debiti nei confronti delle banche che al momento hanno ancora la garanzia dai titoli azionari di proprietà dell’imprenditore. Se il fisco è la nota dolente, qualche buona notizia arriva dalle cause. Carlo De Benedetti ha infatti vinto la class action collettiva promossa per manipolazione del fixing del future su metalli (Xau) nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2016. Tale causa era stata fatta insieme ad altri investitori. La Romed è stata risarcita di quasi 5 milioni di euro.

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando completamente il mondo del lavoro, vecchi volponi come De Benedetti stanno facendo fatica a trovare il bandolo della matassa per sfruttare al meglio i propri affari. A tali problematiche va aggiunta anche quella con il fisco. L’Agenzia delle Entrate ha già inviato numerosi avvisi di accertamento relativi ad alcuni rimborsi di finanziamento dei soci. Gli avvisi sono stati tutti impugnati dagli avvocati in primo grado, ma per ora la Corte ha dato ragione al fisco e la questione è già passata al secondo grado. Mentre la situazione si ingarbuglia sempre più, l’imprenditore e giornalista deve già iniziare a fare i conti su quanti soldi dovrà sborsare per chiudere il contenzioso.

I punti chiave…

  • le aziende del gruppo De Benedetti continuano a perdere soldi;
  • depositato in ritardo il bilancio 2022, la Romed perde altri 43,9 milioni di euro;
  • ci sono poi le cause con il fisco, mentre l’unica buona notizia è la class action vinta con un risarcimento di 5 milioni di euro.