
Doveva suonare come un campanello d’allarme già il fatto che alcuni agenti di intermediazione immobiliare che operano a Bologna per Tempocasa hanno iniziato ad assillarci per avere il numero di telefono del proprietario della casa dove viviamo in affitto, dopo aver saputo per caso che la stessa era in vendita. Per motivi di privacy ci siamo rifiutati per settimane di fornire tali dati sensibili a persone che neanche conoscevamo ma continuavamo a ricevere visite di questi individui, non dico tutti i giorni, ma quasi.
Comunque chi è insistente, di solito, ottiene quello che vuole e avuto il numero del proprietario della casa, una persona squisita e disponibilissima, hanno ottenuto mandato di venderla. E lì sono iniziati i guai per noi.
Appuntamenti per fotografare la casa, disponibilità di visite il sabato (unico giorno libero in cui, magari, si ha voglia di fare altro dopo aver passato una settimana intensa a lavorare).
Per non creare problemi diamo la disponibilità anche il sabato, solo 1 ora previo avviso, almeno un paio di giorni prima. E si arriva alla giornata di ieri, 23 maggio. Telefonata per fissare appuntamento per sabato 25: un solo appuntamento. Fissiamo per le 11. Tutti contenti? Magari.Arriva telefonata venerdì alle 17: gli appuntamenti per sabato sono 3 dalle 10 alle 12. Avevamo preso già impegni per gli altri orari ma quando le persone pensano solo a se stesse e ai propri affari, ovviamente, non tengono conto della vita altrui. Secondo l’agenzia dovevamo annullare i nostri impegni o, al limite lasciare loro un mazzo di chiavi della casa in cui viviamo perchè tanto, a detta dell’individuo con cui ho parlato per telefono, “non tenete i milioni in casa”.
E la propria intimità personale, la propria privacy, non vale più dei milioni?A parte il fatto che il titolare dell’Agenzia in questione (di cui non fornisco il nome, anche se lo meriterebbero, per non rovinare loro gli affari) mi ha urlato contro per telefono continuando ad insistere che avrei dovuto o cambiare i miei piani (quando ricordo che avevo fissato il giorno prima l’appuntamento) o lasciargli libero accesso in casa in mia assenza, non lasciandomi mai parlare perchè le sue ragioni erano più importanti delle mie (ovviamente), si è permesso anche di dirci che la casa doveva essere più ordinata in occasione delle visite (non tenendo minimamente conto che in casa ci vivono 2 adulti che lavorano 10 ore al giorno e 2 ragazzi in età scolare). E sinceramente lì l’insistenza si è trasformata in vero e propria maleducazione.
Di solito pubblico le lettere aperte dei miei lettori nella rubrica Fisco, oggi ho voluto pubblicare la MIA lettera aperta per denunciare quello che a mio avviso è stato un vero e proprio abuso che credo, a questo punto, non abbia subito solo io visto che il modo di lavorare di queste persone certamente è questo.
Giusto per onor di cronaca: per lavoro ho la registrazione delle chiamate sempre attiva sul telefono, quindi diffido chiunque a scrivere per dire che quanto scritto in questo articolo non corrisponde a verità.
Tempocasa e la sua policy: uno scambio con l’avvocato del Gruppo
Dopo la pubblicazione del mio articolo ho avuto un proficuo scambio di mail con l’avvocato del Gruppo Tempocasa Spa che, dietro mia richiesta, ha fornito qual è il codice etico e il comportamento da seguire nei rapporti con cliente e potenziali clienti. Per sottolineare che la colpa di quanto accaduto non è di Tempocasa quanto delle persone in cui mi sono imbattuta, ci tengo a pubblicare quanto scritto dall’avvocato Mariani (il quale mi ha chiesto anche i nominativi degli agenti con cui ho avuto a che fare per fare in modo che si attivasse un intervento al riguardo).
La sollecitudine al riguardo, in ogni caso, dimostra la buona fede del Gruppo.Invito quanti hanno la loro storia da raccontare a scrivermi al seguente indirizzo: [email protected]